«Gente ospitale e panorami mozzafiato: tutto a posto» 

L’avventura sulla Via della Seta. Procede senza particolari intoppi il viaggio di Yanez Borella e Giacomo Meneghello, partiti il 19 aprile da Fai della Paganella, con le loro speciali e-bike


Rosario Fichera


Fai della paganella. Yanez Borella e Giacomo Meneghello, i due biker-alpinisti in viaggio, con delle speciali e-bike, dal Trentino verso la Cina, lungo la Via della seta di Marco Polo, hanno raggiunto la Georgia. Sono in marcia già da un mese e dopo la partenza, avvenuta esattamente il 19 aprile, da Fai della Paganella per Yanez, e da Livigno per Giacomo, con successivo appuntamento, per ricongiungersi, a Mezzolombardo, hanno percorso oltre 4.000 km.

Per sapere come procede la loro affascinante avventura, li abbiamo sentiti per telefono: ieri per loro, sotto una pioggia battente, tra le strade di montagna non asfaltate, non è stata una giornata facile, ma il loro morale è alto e sono molto contenti per la fantastica esperienza che stanno vivendo, sia per la bellezza dei luoghi, sia per la cordialità e l'ospitalità che stanno ricevendo nei centri abitati incontrati durante il tragitto.

Yanez a che punto del viaggio siete arrivati?

«Ci troviamo in Georgia, dopo avere valicato la dorsale dei Monti del Ponto, nel Nord dell'Anatolia ci siamo diretti verso Batumi, una città marittima sul Mar Nero che ricorda per i suoi aspetti futuristici una metropoli americana. Poi ci siamo addentrati verso le montagne, dove si trovano invece piccoli paesini ricchi solo di mucche lungo le strade, con bambini ovunque e diverse auto ex sovietiche che, nelle condizioni in cui si trovano, riescono a muoversi chissà come».

Avete superato il mese di viaggio, qual è il Paese o la località che vi ha affascinato di più?

«Tutte località che abbiamo visitato ci hanno regalato emozioni indimenticabili, come per esempio, nella valle dell'Altindere, nella provincia turca di Trebisonda, il Monastero di Sumela, a 1200 metri di altitudine, una misteriosa costruzione incastonata nella roccia, edificata dall'imperatore romano Teodosio nel 386; o come la Cappadocia, una terra che ha un fascino davvero particolare, straordinario: i loro abitanti sono molto ospitali e i paesaggi sono magici, così come le montagne, tra le quali il Monte Erciyes, una vetta vulcanica, la più alta dell'Anatolia, davvero stupenda che abbiamo salito con gli sci d’alpinismo».

Una bella esperienza?

«Assolutamente sì, è stata bellissima non solo l'ascensione, ma la discesa per panorami che mozzafiato che spaziavano su gran parte della Cappadocia».

Che accoglienza state ricevendo dalle persone che vi incontrano?

«Straordinaria, in molti casi indimenticabile, come quella che abbiamo ricevuto a Siran, un piccolo paese di montagna di circa 1.500 abitanti, dove non vedevano un turista da molti anni. Tantissime persone si sono mobilitate per noi: per loro era periodo di Ramadan, quindi dall'alba al tramonto, osservavano il digiuno, la preghiera e la meditazione. Ci hanno invitato a partecipare al loro pasto serale che abbiamo scoperto, nel periodo del Ramandan, è offerto dallo Stato. La loro ospitalità è stata davvero meravigliosa, peraltro il cibo era buonissimo».

Avete percorso oltre 4.000 km, le e-bike come rispondono?

«Bene, anche se, dopo tutti questi chilometri percorsi, dobbiamo affrontare i problemi legati all'usura dei pneumatici e dei freni».















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