Ma altre 15 coppie residenti a Mezzolombardo si sono sposate in altre regioni 

Celebrati solo 3 matrimoni religiosi nel 2018

Mezzolombardo. Sul recente bollettino edito dalla Parrocchia sono stati riportati i dati dell’anagrafe parrocchiale relativi a battesimi, funerali e matrimoni celebrati nel 2018. Un fattore colpisce...


Anna Tava


Mezzolombardo. Sul recente bollettino edito dalla Parrocchia sono stati riportati i dati dell’anagrafe parrocchiale relativi a battesimi, funerali e matrimoni celebrati nel 2018. Un fattore colpisce più di altri: solo 3 coppie hanno scelto di sposarsi con il rito religioso, ancora meno che nel 2017 quando erano state 5 e del 2016, quando furono 6.

Stabile invece il numero dei funerali, una sessantina, mentre i battesimi sono altalenanti. Nei tre anni presi in esame sono stati rispettivamente 23, 33 e 28. Sono in particolare i pochi matrimoni a far riflettere il mondo cattolico del paese. Il parroco don Mario Busarello, sempre sul bollettino, pone questa riflessione: «Noto che ai ragazzi di oggi sembra normale andare a convivere. Direi che in questo la catechesi non li ha aiutati a porsi interrogativi sulla fede e sulle scelte di vita». Considera inoltre che anche per il battesimo - che viene richiesto a volte prima della prima Comunione - ci sia forse una volontà delle famiglie che i propri figli non siano diversi dagli altri, più che un’azione di fede.

Interpellati i collaboratori della parrocchia, si sono avute altre informazioni: «In realtà 15 coppie si sono preparate al matrimonio in chiesa, ma le celebrazioni si sono poi svolte nelle chiese di altre regioni, quella di origine di uno dei coniugi» spiega Konrad Vedovelli, che aggiunge: «Occorre poi considerare che circa la metà della popolazione del paese proviene dall’estero o da diverse zone d’Italia; le persone decidono di abitare a Mezzolombardo per la vicinanza al lavoro, che spesso hanno trovato in Alto Adige, dove però i prezzi degli affitti e delle case sono proibitivi». L’opinione si completa con il pensiero che queste persone non si sentano nemmeno coinvolte nelle scelte amministrative e che non sviluppino un senso di appartenenza alla comunità.

Approfondendo il tema della pratica religiosa, alla domanda sul perché anche i ragazzi di famiglie praticanti scelgano la convivenza piuttosto che il rito in chiesa oppure in Comune, Vedovelli commenta: «Decenni fa la famiglia svolgeva uno stretto controllo sociale, che imponeva scelte omologate; oggi i figli sono lasciati più liberi di esprimersi e sono meno disposti a legarsi con la formula del ‘per sempre’. Ai genitori, infine, basta vederli contenti».

Negli ambienti cattolici vi è preoccupazione per la fragilità delle famiglie, per questo a livello sociale sollecitano interventi a favore delle coppie con bambini. Intanto i giovani rimandano la procreazione e si comprano un cane.













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