In Val di Non l’unica minoranza retica d’Italia

CLOZ. Comprensibile l’avversione del consigliere fassano Guglielmi, ma la battaglia di Rezia per il riconoscimento della ladinità nonesa non si ferma, anzi rilancia. Il concetto è stato ribadito l’alt...


Giacomo Eccher


CLOZ. Comprensibile l’avversione del consigliere fassano Guglielmi, ma la battaglia di Rezia per il riconoscimento della ladinità nonesa non si ferma, anzi rilancia. Il concetto è stato ribadito l’altra sera nell’incontro, organizzato a Cloz dall’associazione Rezia con il Comune, con la richiesta alla giunta provinciale di prendere atto, finalmente, della legge statale n. 482 del 15 dicembre 1999 in base alla quale, se la popolazione di un territorio si dichiara appartenente ad una minoranza linguistica per almeno il 15%, è da considerarsi tale. Requisito abbondantemente superato in val di Non dove il 25% della popolazione all’ultimo censimento (datato 2011) si è dichiarata nonesa ladina: un quarto circa del totale.

«Quello che manca ad oggi è solamente il parere favorevole della Provincia» - ha spiegato aprendo i lavori la coordinatrice di Rezia Caterina Dominici ricordano che nella scorsa legislatura, l’allora deputato Mauro Ottobre era riuscito a far approvare per ben due volte alla Camera dei Deputati una mozione che riconosceva la popolazione nonesa quale minoranza linguistica. Ne conseguì un parere favorevole dell’allora Ministro competente (agli Affari Regionali) Costa. Questo parere positivo comportava l’inserimento della norma di approvazione di riconoscimento della minoranza nonesa ladina nello Statuto della Provincia. «Su questa base l’allora Ministro delle Regioni aveva chiesto il parere dell’ex governatore trentino Ugo Rossi, che dicendosi contrario ha bloccato l’iter di riconoscimento» - ha concluso la Dominici.

Concetto ampliato con puntuali annotazioni storiche e motivazioni linguistiche dall’avvocato Sergio de Carneri, già deputato dell’allora Pci e autorevole membro, in passato, della Commissione dei Dodici e primo promotore del riconoscimento della minoranza nonesa che risulta essere «l’unica minoranza retica d’Italia».

Alla serata è intervenuto l’assessore regionale Claudio Cia, la cui attenzione al percorso di riconoscimento dello status di minoranza linguistica del popolo noneso e solandro è testimoniata dalla partecipazione sin dal 2016 ai vari incontri legati alla minoranza linguistica. «C’è una disponibilità diversa rispetto al passato dell’attuale giunta e del presidente» - ha detto auspicando un riconoscimento in tempi ragionevoli. Un riconoscimento oltretutto che – ha detto - avrebbe l’effetto non secondario di rafforzare la stessa autonomia trentina se potesse contare sul proprio territorio una minoranza linguistica di 40 mila persone (se ai ladini della Val di Fassa e alle altre minoranze si sommassero anche i nonesi-solandri).

Interventi anche dal pubblico (numeroso nonostante altre iniziative in valle) tra cui quelli del presidente della Comunità di valle, Silvano Dominici («Avverto forse per la prima volta un’aria favorevole» - ha detto) e della segretaria del Pd Valle di Non, Giulia Bergamo. Il Pd noneso, lo ricordiamo, in uno dei suoi ultimi direttivi ha approvato un risoluzione a favore del riconoscimento della minoranza nonesa. A moderare i lavori, introdotti dal primo cittadino di Cloz Natale Floretta, è stato il presidente di Rezia, Walter Clauser (sindaco di Malosco) che ha ribadito la richiesta al presidente della Provincia Fugatti di dare finalmente applicazione a quanto prevede la citata legge 482 dello Stato sul riconoscimento delle minoranze. «E sono fiducioso che questa sia finalmente la volta buona!» - ha concluso Clauser. G.E.















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