Utile record per la Rurale con oltre 3 milioni di euro 

Giudicarie Valsabbia Paganella. Ottimo biglietto da visita dell’istituto in vista dell’assemblea dei soci. Il presidente Armanini: «Saremo ancora banca del territorio, per imprese e famiglie»


Stefano Marini


Darzo. La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella si prepara nel migliore dei modi all'appuntamento con l'assemblea generale dei soci del 3 maggio. Il bilancio chiude oltre il miliardo (1.047.619.638 euro) e con un utile netto di esercizio di 3.031.832 euro, il più alto degli ultimi 10 anni.

Nel 2018 c’è la fusione

Il punto generale sulla situazione della Cassa lo fa il presidente Andrea Armanini: «Il 2018 si caratterizza per la fusione con la Cassa di Saone, ma è anche l'ultimo anno in cui siamo stati totalmente autonomi. Col 2019 è iniziato un percorso di integrazione all'interno di Cassa Centrale Banca, la settima banca italiana e la prima per patrimonializzazione, passando da una garanzia tecnica di 70 milioni di euro ad una di 7 miliardi, il che ci dà tranquillità e forza. Allo stesso tempo essere parte di un gruppo comporta vincoli restrittivi che discendono direttamente dal controllo della BCE. La sfida per noi è allora mantenere la barra dritta riuscendo a superare questo passaggio senza snaturarci, restando la Cassa Rurale del nostro territorio, il che vuol dire sostenere col credito le imprese e le famiglie laddove possibile, fornire conoscenza e sostegno tramite iniziative che portano crescita e magari anche tenere aperto uno sportello invece di chiuderlo perché non rende abbastanza».

Che performance

Il commento tecnico spetta invece al direttore, Davide Donati: «Con un utile netto superiore ai 3 milioni di euro il dato di bilancio 2018 è il migliore degli ultimi 10 anni - sottolinea Donati - anche gli altri indicatori sono positivi, ad esempio il dato dei crediti deteriorati, calato di oltre il 50%. Se dovessi scegliere l'elemento su tutti che mi rende più orgoglioso però ne citerei uno che non compare a bilancio. Nella valutazione interna degli 84 istituti che compongono il gruppo Cassa Centrale Banca per il 2018 noi siamo collocati in classe 1, cioè fra le 25 migliori banche del gruppo, e questo grazie soprattutto al nostro modello di business. La Cassa Rurale cresce su tutto il suo territorio di appartenenza, anche se con punte più elevate nell'area della Paganella e Rotaliana, legata al turismo e soprattutto in quella della Valsabbia, più vocata alla produzione industriale. Quanto ai territori "storici" reggono ed emergono quelle realtà imprenditoriali che hanno saputo interpretare al meglio il cambiamento del mercato occorso negli ultimi anni. La fusione con la Cassa Rurale di Saone ci ha garantito nuovi margini oltre a risparmi di costi e ad uno sviluppo sia strutturale che territoriale. Il dato sulla raccolta complessiva riflette bene questo passaggio. In totale si attesta al 13,72% circa, con la Cassa di Saone che ci ha portato quasi un 10% netto in più, altrimenti la raccolta sarebbe salita del 3,97%, comunque un dato buono se si tiene conto che le casse rurali trentine nel 2018 hanno fatto registrare una raccolta media leggermente negativa. Grazie soprattutto al lavoro dei nostri collaboratori i dati del 2018 sono stati ottimi e anche il 2019 è cominciato bene, registrando un dato di raccolta già superiore a quello dell'anno precedente».

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