Strembo onora la memoria di Guido Botteri “Gambin” 

Un centro culturale. Il Comune ha deciso: nascerà in primavera e sarà intitolato al giornalista che guidò la sede regionale Rai di Trieste e padre di Giovanna, corrispondente da Usa e Cina 


Giorgio Dal Bosco


Strembo Per il momento è in pectore, ufficiosa, ma la decisione concordemente è stata presa. L’amministrazione comunale e il suo sindaco Guido Botteri hanno convenuto che era tempo (e giusto) dedicare qualcosa di importante ad un suo illustre censito: Guido Botteri “Gambin”. I lavori di rifacimento e restauro di un edificio in centro paese, acquisito dal Comune per dare un certo sfogo alla viabilità, porteranno questa primavera alla creazione di una struttura dedicata alla cultura, edificio che si articolerà in due sale di cui una sala biblioteca o di lettura e un’altra per incontri sempre culturali. Bene (e molti censiti dicono “finalmente”), questa struttura porterà il nome appunto di Guido Botteri “Gambin” con – si suppone- relativa targa marmorea.

Scrivendo Guido Botteri non si tratta di errore, ma di omonimia. In altre parole non si tratta del sindaco. Si sa che nei paesi è frequente trovare persone con il medesimo nome e cognome. Di qui la necessità di aggiungere al modo del “vox populi” un nomignolo. In questo caso “Gambin”. Ma forse, compaesani a parte i quali sicuramente lo sanno, non tutti i trentini sono a conoscenza che Giovanna Botteri, la corrispondente Rai ex Usa ed ora Cina che da anni si può vedere e ascoltare quasi quotidianamente al telegiornale o alla radio, è figlia proprio di “Gambin” morto tre anni fa a Trieste a 88 anni. E vale la pena sottolineare che “Gambin”, sua figlia e figlio, sono naturalmente orgogliosi di avere nelle vene sangue anche trentino.

“Gambin”, figlio di emigranti che avevano lasciato Strembo cercando fortuna come salumai e arrotini (e trovandola) a Trieste, allora asburgica, si laureò giovanissimo. Giornalista dapprima in alcune testate, fece gavetta e carriera al Piccolo di Trieste, passando poi alla sede regionale della Rai diventandone direttore. Non aveva mai dimenticato la terra dei suoi genitori e quindi faceva frequenti visite a Strembo assumendo l’incarico di direttore della rivista “Strembo, Oggi, Ieri e Domani. Con il finanziamento del Comune, poi pubblicò due importanti volumi di dati sulla storia ambientale e umana di Strembo. Dunque un uomo di cultura vasta e capillare.

Non solo giornalista, ma anche politico e ... polemista. I triestini più anziani lo ricordano ancora quando, segretario della sezione triestina della Democrazia Cristiana, affrontò a viso aperto nientemeno che il vescovo di Trieste, che a proposito della convivenza con gli sloveni aveva idee e progetti contrari ai suoi. “Gambin”, in questo caso “il dottor Guido Botteri”, segretario cittadino della Dc, non esitò a zittire il presule con un «riteniamo la nostra linea politica coerente con la nostra posizione di cristiani che, nella sfera temporale, vogliamo testimoniare la volontà del messaggio evangelico». Ed ancora più attuale – sembra scritto in questi tempi – è un passo di un suo scritto: «Sentiamo il peso di ripristinare una convivenza umana che è ritornata alle barbarie. Abbiamo coscienza che né la democrazia, né il pensiero cristiano hanno avuto il modo di dispiegarsi. Abbiamo coscienza di guardare all’avvenire, di vedere un mondo che allarga i confini, che supera le barriere, che tende ad un ecumenismo spirituale e religioso come premessa a quello sociale».

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