san lorenzo in banale 

«Profughi, comunità ben disposta» 

Bilancio positivo dell’esperienza per l’assessora Ilaria Rigotti


di Graziano Riccadonna


SAN LORENZO IN BANALE. Sono partiti ieri pomeriggio gli ultimi due profughi da San Lorenzo in Banale, destinazione la Val di Non, dopo la partenza degli altri tre i giorni scorsi. Come noto resta ancora in paese il sesto richiedente asilo mentre un settimo era stato trasferito tempo fa: il sesto rimane a San Lorenzo perché ospite di un’abitazione privata. Si tratta di Gift, rimasto fuori dal progetto Cinformi per i legami con uno degli implicati nel traffico di droga. Proprio Gifty è il richiedente asilo che più si è speso in questi mesi per la comunità banalese, distinguendosi nel volontariato come collaboratore della Pro Loco nell’organizzare la “Sagra della Ciuìga 2018”.

E si cominciano a fare i primi bilanci di un’iniziativa che per il Banale è iniziata con uno shock per poi rientrare gradualmente nella normalità di un vivere civile.

«A parte l’episodio iniziale, con l’attentato incendiario alla porta del “b&b”, il paese ha reagito positivamente all’arrivo dei profughi a San Lorenzo in Banale. Purtroppo il calcolo dei costi e la nuova politica provinciale ha determinato il loro allontanamento» dichiara l’assessora alle politiche sociali Ilaria Rigotti tracciando un bilancio tutto sommato positivo della presenza dei richiedenti asilo: «La nostra comunità ha fatto molto per aiutare questi ragazzi mettendo insieme una serie di iniziative atte a favorire il dialogo e la maggiore conoscenza dei profughi, provenienti da Ghana, Nigeria, Somalia. Coltivazione dell’orto comunitario, corsi d’italiano, addirittura raccolta di fondi per finanziare questi corsi!»

Una certa cautela nei giudizi si coglie nei paesani il giorno dopo l’allontanamento dei profughi da San Lorenzo. Non prevale certamente la soddisfazione per essersi “liberati” degli incomodi, perché i toni sono sfumati: un’esperienza tutto sommato positiva, però conclusasi con un fallimento decretato dall’allontanamento.

«Però non per colpa di noi abitanti – ci tiene a sottolineare all’osteria del paese uno dei tanti avventori abituali – bensì per decisione autonoma del Cinformi, che ha deciso di interrompere in base sì al decreto Salvini, ma soprattutto in base al discorso economico del risparmio rispetto alla diaria da versare al B & B Casa di Wilma...»

Insomma sembra di cogliere una punta d’amarezza nel bilancio di questo travagliato anno che ci separa dall’arrivo dei primi due profughi alla Casa di Wilma.

«In tutto questo periodo dopo il primo periodo siamo riusciti a creare una buona armonia tra noi del vicinato e i ragazzi ospitati al Bed and breakfest – ricorda Sergio Cornella proprietario dell’albergo San Lorenzo vicinissimo al b&b La Casa di Wilma- Spesse volte ci si fascia la testa senza sapere bene cosa ci può capitare».













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