Ponti sul Caffaro, il destino è “fumoso” 

Storo, il ponte vecchio deve sopportare dai 7 ai 13 mila veicoli al giorno. Quello nuovo invece resta ancora chiuso


di Stefano Marini


STORO. Il destino dei ponti sul Caffaro continua ad essere al centro dei pensieri di gran parte della popolazione locale. In molti infatti continuano a chiedere lumi su prospettive, tempistiche e modalità di apertura delle opere che dovranno fungere da snodo fondamentale della circolazione stradale fra Provincia di Trento e Lombardia. Purtroppo ad oggi la situazione non appare eccessivamente rassicurante.. Ponte vecchio, lo stato dell'arte. La circolazione fra Trentino e Lombardia continua ad avvenire tramite il vecchio ponte militare in funzione dal 1906, la cui soletta appare ormai corrosa dalla ruggine in più punti e quindi bisognoso di interventi. Le stime dicono che il traffico sopportato dal vecchio ponte di Caffaro, in una normale giornata feriale, si aggira attorno ai 7000 veicoli, dei quali parecchi mezzi pesanti. Nelle giornate di traffico intenso, ad esempio i rientri dagli week-end estivi, il conto sale a 13.000 automezzi al giorno. Il ponte sul Caffaro di fatto costituisce l'unico accesso percorribile fra le 2 Regioni su questo versante. Le "alternative" sarebbero la stretta e irta stradina montana che collega la frazione storese di Riccomassimo con quella bagossa di Cerreto oppure la gardesana occidentale con un allungamento improponibile delle percorrenze. Numeri e circostanze che fanno capire come sia rischioso chiudere il vecchio ponte senza un piano a prova d'errore.

Lavori in vista. Fatto sta che il vecchio ponte si prevede davvero di chiuderlo per sistemarlo ed allargarlo. Come dichiarato al Trentino dal progettista, l'ingegner Salvatore Moneghini, la Conferenza dei Servizi che dovrà decidere sul da farsi è attesa per novembre. Moneghini prevede di chiudere il vecchio ponte da febbraio 2019 e a quel punto si dovrà circolare sul nuovo ponte, finora mai aperto.

Le incognite del nuovo ponte. Ultimato da ormai quasi 2 anni, il nuovo ponte sul Caffaro non ha ancora visto transitare un singolo veicolo. Le ragioni sono molteplici, su tutte la difficoltà da parte di autoarticolati ad affrontare gli angoli di curvatura che esso implica, senza contare le cause civili tutt'ora in corso intentate dai residenti che si sono visti sorgere di fronte a casa muri alti anche 3 metri, con la promessa di tubi di scappamento puntati alle finestre. Se le cose andranno come prefigurato da Moneghini il nuovo ponte sarà riaperto a febbraio, con la circolazione probabilmente gestita a senso unico alternato e a quel punto sarà lecito attendersi pesanti rallentamenti alla circolazione anche per gli spostamenti più semplici.

Illuminazione ko. Questa la situazione a oggi, ma con una novità. A quanto segnalato dai residenti, da un paio di settimane l'illuminazione di recente posizionata sul lato trentino del nuovo ponte ha smesso di funzionare. Non proprio il miglior viatico possibile a fronte della prova cui l'area potrebbe essere sottoposta a breve.













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