Nuovi studi sulla pieve di San Lorenzo

San lorenzo. Grande l’interesse suscitato nella popolazione alla presentazione del nuovo volume sulla Pieve di Lomaso, “Alle origini della pieve di San Lorenzo”. Il volume, curato da Enrico Cavada,...



San lorenzo. Grande l’interesse suscitato nella popolazione alla presentazione del nuovo volume sulla Pieve di Lomaso, “Alle origini della pieve di San Lorenzo”. Il volume, curato da Enrico Cavada, raccoglie gli interventi di 15 studiosi che hanno osservato con metodo e strumenti innovativi gli eventi alla base dell’impresa costruttiva, a partire dal primo anno documentato della pieve, il 1208. Vengono colte le parti originali dell’antica costruzione, sopravvissute quale unico documento e fonte diretta, nel generale naufragio a cui andarono incontro inevitabilmente gli archivi dell’età della fondazione nel XIII secolo. Pietre, muri, forme parlano di uomini che, all’alba del XIII secolo hanno predisposto questo straordinario complesso in una nitida e solida architettura, sopravvissuta fino a noi integra anche sa continuamente rabberciata per superare le “offese” del tempo.

Notevole l’apporto conoscitivo per quanto concerne la fabbrica della pieve vera e propria. Ne hanno parlato dopo i saluti del sindaco di Lomaso Fabio Zambotti e del vicepresidente della Provincia Mario Tonina, i relatori Luigi Bressan arcivescovo emerito di Trento e professor Andrea Zanotti dell’Università di Bologna.

Dall’esame dei lacerti compiuto dai due corsi universitari durante il workshop estivo, appare come le fasi costruttive siano almeno due, la più antica tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, la più recente in pieno XV secolo. Le due fasi costruttive ascendono la più antica alla fine del XII secolo, la più recente in pieno XV secolo.

I materiali lapidei utilizzati nella costruzione della nuova chiesa e del battistero medioevali sono tre: il calcare oolitico di Massone o pietra di Lundo, l’Oolite di san Vigilio e il calcare di Zu. Il calcare di Massone è presente nella maggioranza dei casi, oltre la metà dell’intero impianto, il resto sono l’Oolite di san Vigilio e il Rosso ammonitico veronese.

La presentazione coincide volutamente con la festa di San Lorenzo, celebrata per la caduta delle stelle. G.RI.















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