Mobili, sculture e maglioni dal Perù con “Mato Grosso” 

Borgo chiese. Fino a fine mese, a Palazzo Belli, a Condino, l’Operazione Mato Grosso esporrà (non senza orgoglio) i prodotti realizzati nelle cooperative del Perù. In Giudicarie, la storia dell’operaz...



Borgo chiese. Fino a fine mese, a Palazzo Belli, a Condino, l’Operazione Mato Grosso esporrà (non senza orgoglio) i prodotti realizzati nelle cooperative del Perù. In Giudicarie, la storia dell’operazione “Mato Grosso” inizia nel lontano 1973 e da allora con alti e bassi, miglior e peggior tempo, i furgoncini con la scritta Omg hanno sempre transitato su e giù per il Comprensorio con il loro pittoresco, allegro e “spettinato” carico. E tutti con generosità e un sorriso hanno seguito e dato fiducia a questa allegra armata brancaleone, accatastando nelle proprie cantine carta, ferro, vetro e vestiti, facendo vangare orti, tagliare legna, facendo lavorare con fantasia chi diceva che quello che guadagnava, sarebbe andato ai poveri. E il bello viene poi, perché seguendo il filo della storia del ferro che partiva dalle case confluiva in ferriera il cui ricavato prendeva il volo, attraversano l’oceano e in fondo a zaini o sotto i calzini, arrivano in Perù, Bolivia, Ecuador e Brasil.

Il racconto

«E qui tra le tante iniziative - dice Luisa Lombardi - il tutto serve per aprire scuole professionali e d’arte. All’inizio sembra quasi una scusa per dar da mangiare e dormire ai ragazzini più poveri, magari orfani di mamma o papà ma poi la cosa si fa seria, “far le cose bene” diventa una tensione continua, insegnare un’arte, una meta». Ai ragazzi e alle ragazze che entrano nelle scuole si vuole far intraprendere un lavoro preciso, anzi perfetto, perché la loro perfezione possa parlare del miracolo della gratuità e delle montagne che si possono anche spostare. Poi la meta di padre Ugo, il prete salesiano fondatore dell’Operazione Mato Grosso, diventa ancora più alta: «Non dobbiamo dare il pesce, meglio insegnare a pescare, ma soprattutto insegnare a regalare il pesce pescato». Ma a testimoniare che è tutto vero ci sono, appunto, i mobili, le sculture, i maglioni e i tappeti esposti a marzo a Palazzo Belli.

L’esposizione sarà aperta nei pomeriggi di giovedì e venerdì dalle 15 alle 19 e sabato e domenica dalle 10 alle 19. A.P.













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