La Waris paga gli arretrati  ma solo a chi non sciopera 

Storo, pagati il 10 dicembre agli operai al lavoro ma non ai quattro in agitazione  Cgil sul piede di guerra: «Violato lo Statuto dei lavoratori, pronti alla denuncia»


di Stefano Marini


STORO. Acque agitate alla Waris di Storo, impresa che produce pannelli fotovoltaici da tempo in difficoltà. Dal 27 novembre scorso 4 dei 25 dipendenti sono in sciopero e promettono di restarci fino a quando non verranno pagati. Non solo, la Cgil sta valutando una denuncia verso l'azienda per violazione dell'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori (quello che tutela i lavoratori dai comportamenti antisindacali) perché lunedì l'azienda ha pagato una parte degli arretrati ma solo ai dipendenti al lavoro, "punendo" in questo modo gli scioperanti.

Il problema attuale nasce dai mancati pagamenti verificatisi da ottobre verso gli operai secondo il piano rateale concordato con l'azienda.

Riassumendo, all'11 dicembre agli operai in sciopero mancavano metà dello stipendio di aprile, tre quarti della retribuzione di ottobre, tutto novembre (che però potrebbe essere loro corrisposto entro il 15 di questo mese ndr), 150 euro in buoni benzina (anch'essi erogabili entro la fine di dicembre ndr) e per chi ne ha diritto il rimborso del modello 730 in busta. Si parla di svariate migliaia di euro che mancano a persone spesso con famiglia, affitti e mutui da pagare che quindi versano in stato di forte difficoltà. Ci sono però anche altre questioni. I lavoratori della Waris che cedono una quota del proprio Tfr al fondo pensione Pensplan hanno, infatti, verificato che i versamenti relativi sono fermi dall'autunno 2017 e gli operai segnalano anche che i colleghi usciti dall'impresa nell'ultimo anno non sarebbero ancora stati retribuiti di quanto mancava loro.

A fronte di tutto ciò alcuni operai di Waris hanno proposto all'impresa di essere posti in cassa integrazione, ma l'ipotesi è stata ritenuta impraticabile. È stato allora chiesto di poter almeno "consumare" le ore di ferie non godute durante l'anno, ma ancora la risposta è stata negativa. Preso atto di ciò, il 27 novembre scorso 4 lavoratori della Waris hanno deciso di incrociare le braccia a oltranza fino allo sblocco dei pagamenti concordati, verificatosi in parte lunedì 10 dicembre, ma solo per gli operai presenti al lavoro e non per quelli in sciopero. Una scelta che induce il delegato sindacale Enrico Albertini della Fiom a promettere battaglia.

«Parliamo di pagamenti concordati che riguardano degli arretrati di stipendio e che vengono corrisposti solo ai lavoratori che non scioperano e non agli altri che pure ne hanno diritto - afferma il sindacalista -. Riteniamo si ravvisi il comportamento antisindacale e pertanto stiamo valutando una denuncia per infrazione dell'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori».

Da parte dell'azienda, il manager Ermanno Pizzini giustifica i mancati pagamenti con un peggioramento del contesto internazionale: «Non nego - dice - che da ottobre la nostra impresa stia attraversando un momento di difficoltà, dovuto alla congiuntura internazionale avversa generata dalla fine dello scudo antidumping verso i pannelli di produzione cinese. Quanto alle persone in sciopero che non sono state pagate lunedì mentre i dipendenti al lavoro sì, so che oggi (ieri ndr) è stato disposto il pagamento di quanto dovuto anche a loro e lo stesso è avvenuto anche per gli impiegati, quindi nei confronti degli operai in sciopero non è stato applicato solo un aspetto punitivo. In ogni caso la settimana prossima convocheremo un'assemblea nella quale illustreremo ai sindacati il nostro piano per il 2019».













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