«Cedis, più introiti dal sole e dall’acqua» 

Storo, il presidente Giorgio Rossi annuncia un anno ricco di investimenti: dall’hotel Castel Lodron all’ex Baritina


di Stefano Marini


STORO. L'anno in corso è stato fino ad ora caratterizzato dalle bizze di Giove Pluvio. Se questo ai normali cittadini può non piacere, alle imprese idroelettriche la cosa non dispiace affatto. Non fa eccezione il Consorzio Elettrico di Storo, che per il 2018 ha in pentola anche grosse novità in termini di investimenti. «Va molto meglio degli anni scorsi sebbene non siamo certo all'anno d'oro 2014 - dice il presidente del Cedis Giorgio Rossi - per produzione abbiamo fatto un ottimo aprile, un discreto maggio e un buon giugno. Nei primi 6 mesi del 2018 siamo arrivati poco al di sotto del 9 milioni di Kwh. Si tenga presente che l'anno scorso furono 11 complessivi e nel 2016 in tutto meno di 10. Dopo 3 anni di magra, c'è la ripresa. Per fortuna il bilancio ha continuato a crescere perché abbiamo risanato tutti i comparti del Cedis, rendendoli redditizi. Pur dipendendo meno dalle precipitazioni con la pioggia si prospetta un eccellente bilancio».

Il Cedis punta a produrre sempre più energia. «Dopo il periodo del commissariamento - spiega Rossi - abbiamo recuperato moltissimi soci, sia domestici che industriali. Ottima cosa, ma unita alla ripresa, ha prodotto uno squilibrio fra consumi dei soci e produzione Cedis. Noi guadagniamo se vendiamo la nostra energia non se rivendiamo quella prodotta da altri. Ecco spiegato quindi perché per noi è fondamentale produrre sempre di più e quindi ottenere nuovi impianti. A inizio anno abbiamo acquistato un impianto fotovoltaico dalla ditta Ecoenerg e stiamo cercando di comprare altri impianti per la produzione elettrica a Storo e Comuni limitrofi. Vogliamo assolutamente evitare si ripeta il "disastro Maffei”, e non uso il termine con leggerezza. Per un cosiddetto ritorno finanziario il Bim del Chiese ha portato via energia non al Cedis ma ai suoi soci».

A tal scopo sono quindi state avviate trattative e studi: «Siamo in trattativa per acquisire l'impianto dell'Hotel Castel Lodron e stiamo anche monitorando l'eventuale vendita dell'ex mineraria Baritina - specifica Rossi - sappiamo che c'è la possibilità venga messa in vendita in toto, complesso immobiliare, parco in sponda destra Chiese e centralina idroelettrica. A noi interessa quest'ultima. Cerchiamo un’alleanza con qualcuno che sia interessato agli immobili mentre noi terremmo la centrale. Abbiamo inoltre avviato indagini per realizzare nuovi impianti, in modo da inserirci sul decreto sulle fonti rinnovabili che il Governo dovrebbe varare a settembre. Quindi fotovoltaico ma anche idroelettrico. Da 3 anni stiamo cercando di realizzare un impianto sul Rio Riccomassimo, per ora in stallo fra la Provincia di Trento e la Regione Lombardia. Abbiamo avviato studi su altri 3 possibili impianti. Uno sul rio Nero, altri 2 sul fiume Chiese, 1 a valle di Ca’ Rossa e 1 poco a monte del ponte dei Tedeschi. Stiamo dando incarico per uno studio fino ad arrivare alla concessione - conclude Rossi - Sottolineo che con le nuove tecnologie si tratterebbe di impianti produttivi e poco invasivi».















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