«Adescatori di scolari? Non c’è nessun allarme» 

Pieve di Bono - Prezzo, il dirigente scolastico smentisce che due persone abbiano offerto biscotti e scattato foto. «Un’auto s’è fermata ma non è sceso nessuno»


di Stefano Marini


PIEVE DI BONO – PREZZO. Da giovedì una storia impazza per la valle del Chiese. Nella mattinata dello stesso giorno un paio di persone di colore si sarebbero avvicinate ai cancelli dell'istituto scolastico Don L. Milani di Pieve di Bono-Prezzo per poi richiamare l'attenzione di alcuni bambini che al momento stavano svolgendo la ricreazione offrendo loro dei biscotti e scattare loro delle fotografie, facendo anche dei gestacci con le mani. Diffusasi subito sui social network, la vicenda non ha mancato di suscitare un putiferio, con telefonate ai carabinieri, dirigenti scolastici e rappresentanti d'istituto. Ma quanto c'è di vero? A quanto risulta il fatto di per sé è avvenuto, ma molti dettagli non collimano.

La versione della scuola la spiega il dirigente scolastico Fabrizio Pizzini. «In questi 2 giorni non ci siamo occupati d'altro - spiega Pizzini - sono arrivati messaggi anche a mezzanotte, lettere e segnalazioni varie da parte dei genitori e mi si dice che ci sarebbe stata anche una denuncia. Ne parleremo già stasera (ieri ndr) con il consiglio d'istituto. Da parte nostra abbiamo interrogato i ragazzi di quinta, fatto verifiche e sentito anche i carabinieri, ma va detto che a noi risulta la vicenda sia diversa da come viene raccontata. È vero che nella mattina di giovedì due persone a bordo di un veicolo si sono fermate nel posteggio antistante le scuole. Non è vero però che siano scesi dal mezzo o che abbiano adescato i bambini con dei biscotti. Le maestre erano sul posto e parlano di bambini "calamitati" dal mezzo in arrivo, che ne ha attirato l'attenzione. È un fatto molto comune, ma le maestre erano lì e confermano che nessuno è sceso dal veicolo. Può darsi che sia stata scattata qualche foto o che sia stato fatto il gesto della pistola, ma non c'è stato alcun contatto fra queste persone e i nostri studenti. Purtroppo oggi basta un niente perché questi eventi vengano amplificati a dismisura. A me piace il Manzoni e mi vien da dire che le grida contro gli untori citate nei "Promessi Sposi" scompaiono di fronte alla potenza degli untorelli di oggi che in quattro e quattr'otto ti appiccicano un marchio d'infamia con una facilità incredibile. In un messaggio che ci è arrivato si parla di 2 magrebini che avrebbero adescato per la seconda volta i bambini con dei biscotti. Io ho interpellato le 3 maestre attive nella sorveglianza che hanno tassativamente escluso che possa esserci stato un benché minimo contatto con queste persone».

Alcuni dei genitori per la verità pongono il problema in maniera un po' diversa. La questione, affermano queste persone che però chiedono di mantenere l'anonimato, non sarebbe affatto legata al colore della pelle di questi individui, ma a un problema più generale di sicurezza per i bambini. Il piazzale dell'istituto scolastico di Pieve di Bono - Prezzo è assai esteso e al momento su di esso incidono un cantiere per la ricostruzione delle elementari e i moduli provvisori che ospitano le classi. I cancelli sono bassi, le vie di fuga parecchie, la statale ad un passo. Questi genitori temono che l'area non sia adeguatamente presidiata, sia per quanto riguarda l'ingresso potenziale di estranei che per la possibilità per i giovani studenti di sfuggire al controllo dei docenti. Esistono questi rischi?

«La sicurezza del cantiere - spiega il dirigente Pizzini - è monitorata con attenzione, la convivenza lascia qualche piccola sbavatura e abbiamo avuto un inizio d'anno faticoso. L''area però è presidiata. Credo che il problema sia che entro un certo limite bisogna aver fiducia delle istituzioni, siano esse la scuola, gli uffici pubblici o la sanità».













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