Addio a Ilda da una comunità attonita 

San Lorenzo, ieri nell’omelia don Maurizio ha parlato di «tragedia assurda» in val d’Ambiez. Nel 1996 un incidente analogo


di Graziano Riccadonna


SAN LORENZO IN BANALE. «Il destino imperscrutabile ha colpito la comunità negli affetti più cari, ma il destino porta insegnamenti. La comunità è chiamata a ritrovare il gusto del vivere assieme davanti a queste tragedie assurde!» Le parole all’omelia del compaesano don Luigi Sottovia, concelebrante col parroco don Maurizio Toldo, sono scese sulla folla di fedeli attonita e ancora incredula di quanto accaduto nell’amena Val d’Ambiez. Per questo la chiesa era stipata fino all’inverosimile dai compaesani a dare l’ultimo saluto alla sfortunata signora.

La valle dolomitica sovrastante il Banale è un po' il polmone e l’ancora degli abitanti: con le tragedie che si ripetono questo rapporto osmotico tra Banale e valle d’Ambiez subisce un colpo non indifferente.

La povera signora Ilda Bosetti in Gionghi era reduce dalla festa domenicale dei cacciatori che ogni anno si tiene a Malga Ben, a metà circa valle. I coniugi Gionghi, seppure non cacciatori, erano andati come ogni anno per fare festa con l’intero paese di San Lorenzo. Sulla via del ritorno pomeridiano la tragedia: improvvisamente subito dopo la valletta di malga Laòn, la più bassa, ancora non è chiara la ragione, la signora Ilda (69 anni) viene sbalzata dal sellino del quad fuoristrada, guidato dal fratello, l’arch. Elio Bosetti. Nessuna rianimazione è servita a richiamarla in vita.

Ilda Bosetti lascia tre sorelle, la anziana madre Ines (95 anni), il marito Rodolfo e l’unica figlia, Patrizia, con tre nipotini. Patrizia è una colonna della cultura locale, occupata nell’Ecomuseo.

Il segno del destino si ripete nella tragedia accaduta in val d’Ambiez. Ed è un destino a ricorrenza ventennale, se teniamo conto delle tragedie sulla strada di val d’Ambiez.

Il tragico incidente – come abbiamo già pubblicato nell’edizione di martedì - è successo a soli dieci metri dall’analogo accaduto nell’estate del 1996, allorquando ad essere sbalzato dalla macchina fu il giovane Ezio Floriani, grande amante della Val d’Ambiez e frequentatore. La manovra azzardata sulla salita che porta all’inizio della valle verso la malga Laòn, la più bassa delle malghe di Ambiez, gli aveva costato la vita. Ma il destino ad epoche ricorrenti aveva già colpito una ventina d’anni prima. Nel 1980 era toccato al giovane Dino Sottovia, il figlio del gestore del rifugio “Al Cacciatore”, uscito di strada in uno degli ultimi tornanti appena sotto il rifugio in piena notte.

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