sèn jan - il progetto del comune 

Stop ai minibus: rifugisti più morbidi 

SÈN JAN. Si ammorbidisce la posizione di alcuni rifugisti del Gardeccia riguardo al progetto, del comune di San Giovanni di Fassa - Sèn Jan, di bloccare, a partire dalla prossima estate, l’accesso...



SÈN JAN. Si ammorbidisce la posizione di alcuni rifugisti del Gardeccia riguardo al progetto, del comune di San Giovanni di Fassa - Sèn Jan, di bloccare, a partire dalla prossima estate, l’accesso alla località da parte dei minibus. «Avremmo preferito - dice Filippo Riz, del rifugio Stella Alpina Spiz Piaz - una concertazione propositiva dell’amministrazione. Personalmente, però, non sono molto preoccupato e assieme a me anche altri rifugisti della zona. Certo, per raggiungere il Gardeccia ci sarà da camminare più delle estati scorse, ma non credo che questo scoraggi gli escursionisti che amano davvero la montagna. Chi, poi, ha come meta il rifugio Passo Principe o luoghi anche più distanti non si lascerà fermare da tempistiche più lunghe».

Anzi, secondo Riz, che racconta pure di turisti stressati (nei periodi di alta stagione) per le attese a fondovalle per salire con le navette, la nuova forma potrebbe avere anche aspetti vantaggiosi. «Oltre a far comprendere meglio il valore del territorio dolomitico utilizzando mezzi più compatibili con il nostro ambiente e che garantiscono un accesso più fluido, è possibile, dato che ci si impiega un po’ di più ad arrivare al Gardeccia, che qualcuno scelga di pernottare, invece di preferire, com’è accaduto spesso finora, una gita “mordi e fuggi” sul Catinaccio». Un’organizzazione che, se va a tutela dell’ambiente, mette però in evidenza anche alcune criticità, secondo Riz: «La salita al Gardeccia diventa più costosa, perché gli impianti hanno prezzi più alti rispetto ai pulmini, e anche per i nostri dipendenti viene meno la comodità di contare sul trasporto con la navetta. Inoltre, va considerata la disponibilità da parte della società locale d’impianti di anticipare l’apertura e posticipare la chiusura delle seggiovie che partono da Pera e, possibilmente, anche della funivia di Vigo. Qui lavoriamo da fine maggio a metà ottobre circa, ci piacerebbe continuare così, se non allungare la stagione». E sul fronte degli impianti, l’apertura al progetto c’è. «Innanzitutto - spiega Claudio Bernard, presidente delle Funivie Catinaccio - va precisato che, finora, abbiamo ricevuto solo una richiesta da parte dell’amministrazione di Sèn Jan di apertura, in orario prolungato rispetto al passato, delle seggiovie. È tutto da definire, ma la nostra disponibilità c’è, anche a valutare le necessità dei titolari dei rifugi dell’area del Gardeccia. L’importante è che ci vengano presentate richieste precise, in modo da avere gli elementi necessari per valutarle».













Scuola & Ricerca

In primo piano