«Punto nascita, riaprire entro l’estate» 

La giunta provinciale presenta una nuova richiesta di deroga al ministero: programmazione delle sale chirurgiche



TRENTO. La giunta provinciale ci riprova. Ancora una volta, due anni dopo la prima richiesta di deroga per i punti nascita di Cles e Cavalese (era il 2016), torna a chiedere al ministero di poter riaprire la sala parto dell’ospedale di Fiemme. E di poterlo fare entro fine estate.

«Per avere tutti i requisiti richiesti da Roma servono 10 mesi di lavori (per 800 mila euro, ndr), per realizzare il blocco travaglio/parto costruendo la sala chirurgica dedicata all’emergenza ostetrica», ha ricordato ieri l’assessore alla salute Luca Zeni. Ma la giunta non vuole aspettare tanto, soprattutto perché a ottobre si vota per le provinciali. E allora ecco l’estremo tentativo: «Chiediamo di poter riprendere l’attività come da prima deroga - ha detto l’assessore - e in via subordinata, dopo aver scartato l’opzione di dedicare ai parti la sala di chirurgia-ortopedia, di usare le sale chirurgiche in modo programmato. Nel frattempo si è già dato avvio a predisporre la seconda sala parto che sarà pronta entro due mesi».

«Si può chiudere la vicenda in modo sicuro e positivo», ha commentato il governatore Ugo Rossi, «purtroppo è passato un messaggio diverso, ma con questa richiesta vogliamo ribadire ancora una volta la volontà politica della giunta di salvaguardare i servizi sanitari sul territorio, coniugando le indicazioni scientifiche e la necessità di garantire casistica e qualità con le peculiarità di un territorio di montagna. Il punto nascita di Cavalese, per la sua collocazione geografica, deve assolutamente restare aperto». «Prima delle soluzioni tecniche serve un’interlocuzione politica - ha aggiunto il presidente - ora abbiamo anche un sottosegretario (il leghista Maurizio Fugatti, ndr) che sta lavorando a questo obiettivo».

In base a queste premesse, la giunta ha dato mandato al presidente e all’assessore alla salute di trasmettere al Ministero della Salute queste due richieste. Primo: riapertura del punto nascita di Cavalese alle stesse condizioni operative (di personale) e strutturali presenti al momento della concessione della deroga, condizioni che sono state ammesse dal ministero stesso ai punti nascita funzionanti in deroga, a cui si ribadisce la richiesta di possibilità di poter fruire delle prestazioni mediche specialistiche di ginecologia, anestesia e pediatria con formula in pronta disponibilità anziché in guardia attiva.

In subordine, la richiesta è di riaprire il punto nascita prescindendo dalla presenza del requisito strutturale della sala operatoria per le emergenze ostetriche nel blocco travaglio/parto, in quanto superabile temporaneamente attraverso le procedure gestionali dell’evento “parto” indicate in appositi protocolli predisposti dall’Azienda sanitaria. Il tutto confermando che ad oggi le procedure di appalto per i lavori della sala parto sono già partite e si prevede si concludano entro giugno 2019. La palla passa, ancora una volta, a Roma, dove ora c’è un governo giallo verde a forte trazione leghista.

(ch.be.)













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