Predazzo, lepre al macello: la Lav vuole vederci chiaro

PREDAZZO. La Lav all’attacco per la lepre investita e condotta al macello. «Preoccupante - recita un comunicato della sezione locale - il racconto narrato ai quotidiani locali da un nostro...



PREDAZZO. La Lav all’attacco per la lepre investita e condotta al macello. «Preoccupante - recita un comunicato della sezione locale - il racconto narrato ai quotidiani locali da un nostro concittadino, Mariano Ganz, che dopo aver rinvenuto una lepre investita il 22 novembre, essersi prodigamente attivato per soccorrerla nel migliore dei modi ed averla consegnata al Corpo forestale Provinciale, si è poi sentito dire nei giorni successivi che la lepre era stata trasportata al servizio veterinario di Predazzo e successivamente consegnata al macello per la soppressione, a causa di una frattura esposta. La perplessità del sig. Ganz nasce anche dal fatto che nel cesto utilizzato per creare il giusto riparo all'animale non vi fosse traccia di sangue alcuna. Ma ciò che lascia indignati è la scelta fatta dal veterinario di inviare la lepre al macello invece di procedere all’eutanasia. D’altronde è lo stesso Codice Deontologico dell’ordine dei veterinari di Trento ad affermare che “E’ responsabilità professionale del Medico Veterinario garantire, quando si deve interrompere la vita di un animale, che ciò sia fatto con il maggior grado di rispetto e con l’impegno a indurre la morte nella massima assenza di dolore e stress possibile, tenendo conto del progresso scientifico.” "Per questo motivo abbiamo proceduto ad eseguire una richiesta d'accesso agli atti ed ai referti veterinari", dichiara Simone Stefani, responsabile della Sede Trentina della LAV "per far luce sui chiaroscuri di questa vicenda».













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