Nuove piante di abete con la caciotta solidale 

Cavalese, inventate dagli studenti della Fondazione Mach con il caseificio sociale per sostenere il progetto della Magnifica per riparare i danni del 29 ottobre


di Gilberto Bonani


CAVALESE. E' un prodotto a spreco zero, di ridotte dimensioni e con crosta commestibile bianca come la neve, dalle spiccate doti organolettiche e dal sapore dolce e delicato. Ma oltre al gusto il formaggio “profuma” di solidarietà. Parliamo del “Fiemme 1111” la caciotta solidale degli studenti della Fondazione Edmund Mach realizzato con il caseificio sociale di Cavalese presentato ieri a Cavalese nella cornice del palazzo vescovile e in vendita a partire dal 24 dicembre. Parte del ricavato dalla vendita andrà a finanziare la messa a dimora di piantine di abete rosso per riparare (solo in piccola parte) i danni causati dagli eventi atmosferici estremi del 29 ottobre scorso.

«Questo progetto – ha spiegato Andrea, Segrè presidente della Fondazione Edmund Mach - mette in evidenza il forte nesso tra tradizione e innovazione. I nostri ragazzi sono partiti da un'antica ricetta (scritta da Lucio Partel, casaro al caseificio turnario di Ziano agli inizi degli anni Cinquanta, ndr) e poi hanno messo a punto, con il caseificio di Cavalese, un prodotto di dimensioni ridotte, totalmente commestibile che risponde alle esigenze moderne dell'economia circolare. A questo hanno aggiunto la componente solidale: scuola e mondo produttivo, alleandosi, hanno messo a disposizione le loro capacità per contribuire alla soluzione di un problema che riguarda il territorio».

Lo scario Giacomo Boninsegna, a braccia aperte, ha sponsorizzato la nuova produzione che riporta una data fondamentale per Fiemme: l'anno 1111 segna ufficialmente la nascita della Magnifica Comunità quando, come riportano i libri di storia, il vescovo Ghebardo assegnò ai fiemmesi il diritto sui territori. «Il sostegno al progetto è stato immediato, visto che gestiamo il 70% dei pascoli di alpeggio della valle e che lo sviluppo dell'agricoltura di montagna è tra le nostre priorità» ha aggiunto lo scario Boninsegna.

Per il dirigente del Centro Istruzione Formazione di San Michele all'Adige, Marco Dal Rì esiste un forte rapporto tra la scuola e il caseificio di Fiemme. «Lo dimostra – ha detto - anche il fatto che quattro dei nostri studenti sono stati assunti proprio a Cavalese».

Giampaolo Gaiarin, docente del quarto anno della scuola professionale ha ripercorso le tappe della nascita del “Fiemme 1111” e l'aggancio al progetto di solidarietà. «Gli studenti – ha spiegato – si sono impegnati in tutte le fasi della lavorazione: dalle prove pratiche fino alla degustazione e al confronto con il committente. E' la prima volta che a scuola inventiamo un prodotto per il mercato».

Per Paolo Campi, casaro di Cavalese, le origini del progetto ha la radice nel desiderio di avvicinare i giovani al mondo caseario. «Da agosto a Cavalese abbiamo aperto un nuovo laboratorio sperimentale con macchinari all’avanguardia per la trasformazione del latte fresco e dello yogurt che si presta particolarmente alla collaborazione con la scuola».

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