«Grande lavoro di rete  per tutelare la ladinità» 

Il segretario Ual Anesi in assemblea invita all’unità della valle di Fassa e sogna un movimento ricco di giovani (grazie alle nuove tecnologie) per un futuro nuovo


di Gilberto Bonani


VALLE di FASSA. Unità, autonomia e ladinità. Questi i pilastri che indicano la strada all’Unione autonomista ladina nei prossimi difficili passaggi. «Tutti i giorni in Fassa – ha esordito il segretario politico Michele Anesi - percepiamo l’assenza di forza trainante, la mancanza di entusiasmo, di creatività. La crisi si fa sentire anche sul nostro territorio: cittadini e imprese fanno fatica ad andare avanti a far quadrare i conti; questo è un brutto presagio e non si può ignorarlo o nasconderlo. Ci vuole quindi coraggio ed è soprattutto in periodi difficili come questo che bisogna mettersi seriamente a lavorare, mese dopo mese, per il futuro della nostra valle veramente sta in queste tre parole: Union - Autonomista - Ladina».

Il segretario Anesi ha invitato all’unità della valle e ha aperto la sede del movimento politico a tutte le persone con la voglia di mettersi in gioco. «Il nostro direttivo- ha detto - è composto da 24 persone e il mio sogno è quello di riempire la nostra sede di giovani e meno giovani, anche sfruttando le nuove tecnologie! Siamo 10 mila cittadini con 10 mila idee e probabilmente con 10 mila proposte diverse possiamo inventare il futuro». Futuro che si presenta con due scadenze elettorali a livello provinciale e nazionale. Se la Valle di Fassa ha per diritto un posto all’interno del consiglio provinciale (il più votato della lista vincente) non è altrettanto assicurato un proprio rappresentante in Parlamento. Di qui la proposta del presidente Giuseppe Detomas che ha sottolineato l’importanza di riconoscere a un delegato delle minoranze linguistiche del Trentino un seggio a Roma. Se effettivamente l’autonomia del Trentino si basa fortemente sull’esistenza di minoranze stabili sul proprio territorio - questo è il ragionamento del consigliere ladino - perché non assicurare un collegio (magari quello ritenuto più difficile dalle forze in campo) a un deputato o senatore ladino, cimbro o mocheno? Nel corso dell’assemblea è stata sottolineata la vocazione dell’Unione autonomista ladina, non un partito ideologicamente schierato con la Destra o la Sinistra, piuttosto un movimento civico che raccoglie le istanze di un territorio. Questo non significa che il movimento ladino possa indifferentemente passare da una formazione all’altra. Eventuali alleanze vanno stabilite sulla base di valori a cui si rifà il mondo ladino.

Tra i vari interventi in sala da menzionare quello di Fabio Chiocchetti, direttore dell’istituto culturale ladino “Majon di Fascegn”, preoccupato per l’erosione linguistica in atto in Valle di Fassa. Per questo motivo ha chiesto a gran voce un rinnovato lavoro di rete tra tutte le realtà a cui compete la tutela e il mantenimento della cultura e della parlata ladina.















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