Fusione comuni, si riparte con lo studio di fattibilità 

Il consiglio di Cavalese approva una mozione degli autonomisti. Welponer  presenterà la proposta agli altri sindaci. Pontrelli e Dalpalù molto perplessi


di Luciano Chinetti


CAVALESE. Dopo il primo gennaio 2020 in valle di Fiemme potrebbero presentarsi nuovi scenari, quando i comuni che hanno detto “sì” al referendum inizieranno l’attività amministrativa riuniti in un unico ente. Inizierà poi una nuova ondata di aggregazioni imposte dalla Provincia? Oppure la nuova giunta provinciale, quella che emergerà dal voto del 21 ottobre, metterà tutto in soffitta e si cambierà di nuovo? Queste sono alcune delle perplessità espresse dai consiglieri della lista “Autonomisti Cavalese e Masi”, Mario Rizzoli e Tiziano Berlanda, che martedì sera in consiglio comunale a Cavalese hanno presentato una specifica mozione per proporre alla Conferenza dei sindaci di Fiemme l’avvio di uno studio di fattibilità sulla fusione tra i comuni della valle.

Il capogruppo della lista Autonomisti Cavalese e Masi, Mario Rizzoli, era assente l’altra sera e così è toccato al giovane collega Tiziano Berlanda (appena tornato dal viaggio di nozze) illustrare l’argomento. «La mancata fusione tra i comuni di Cavalese e di Castello-Molina, bocciata dagli elettori cavalesani che non si sono presentati alle urne per votare, impedendo il raggiungimento del quorum al referendum del 22 maggio 2016 - ha detto Berlanda - non è stata priva di conseguenze in quanto i comuni hanno comunque dovuto unire vari servizi per mezzo delle gestioni associate obbligatorie previste dalla normativa provinciale. Nel consiglio comunale del 28 marzo di quest’anno – ha aggiunto Berlanda - il nostro gruppo ha presentato un emendamento al bilancio di previsione 2018-2020 (poi ritirato per la presenza di un parere tecnico negativo) per avviare uno studio approfondito e condiviso con gli altri comuni della valle sulla fattibilità di una fusione che permetta di creare uno o al massimo due grandi comuni in tutta la valle di Fiemme. Crediamo che la strada da seguire sia proprio questa, in quanto la nostra valle ha bisogno di una visione d’insieme che vada oltre il campanile e che permetta di realizzare politiche di ampio respiro su viabilità, infrastrutture, mobilità, istruzione e sanità» .

Il sindaco Silvano Welponer ha subito anticipato la sua disponibilità a farsi promotore presso i colleghi della valle per portare avanti questo progetto di fusione. «Assumo questo incarico per portare all’interno del collegio dei sindaci questa proposta - ha detto Welponer – e poi riferirò quale sarà l’orientamento dell’assemblea».

Ma il gruppo di opposizione, guidato dall’avvocato Beppe Pontrelli, ha subito espresso grosse riserve. «Il fine è sicuramente condivisibile – ha detto il consigliere Pontrelli - ma non dobbiamo dimenticare – ha aggiunto – che con questa fusione la maggioranza che ne uscirà rappresenterà solo una parte della popolazione. Vale a dire che, in pratica, un ristretto gruppo di persone avrà in mano tutte le decisioni che contano e questo a noi non ci sta bene».

La mozione è passata con 13 voti a favore e l’astensione dei consiglieri Beppe Pontrelli e Bruna Dalpalù.















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