MONTAGNA

Cai e Avs: «No alla torre del Coronelle»

I due club alpini: «Progetto sconsiderato, la Provincia dica no». Con il nuovo impianto il doppio della gente in quota



BOLZANO. Un cristallo di vetro alto diciotto metri si eleverà dai ghiaioni a 2.300 metri di altitudine ai piedi del Catinaccio. L'Avs e il Cai Alto Adige si appellano agli imprenditori privati della Latemar Carezza perché rinuncino e alla politica perché si astenga dall’avallare questo progetto. All’appello si accoda il Dachverband. «Il Catinaccio - così il presidente Cai Claudio Sartori e la referente natura e ambiente Avs Anna Pichler - è una delle montagne simbolo delle Dolomiti ed è già di per sé un’attrazione fantastica e non può essere degradata ad uno scenario di un parco divertimenti». Il Catinaccio è al centro dell'attenzione degli operatori economici e, di conseguenza, sono stati elaborati i più svariati progetti di sviluppo.

I due club alpini si dicono «completamente contrari» alla realizzazione del previsto cristallo di vetro alto 18 metri direttamente di fronte alle pareti rocciose. La torre a 5 piani, che sorgerà accanto alla nuova stazione della funivia presso il rifugio Fronza alle Coronelle, ospiterà un centro visitatori "Ttd - Touch the Dolomites" con aree espositive e relativi ristoranti. «Tuttavia, mentre le sale espositive ai due piani interrati sarebbero destinate per locali esposizioni del Patrimonio Mondiale Unesco, l'utilizzo dei piani fuori terra, che offrono un panorama a 360 gradi, è ancora in gran parte sconosciuto». Secondo Cai e Avs, ciò suggerisce piuttosto che «lo scopo principale non è quello di avvicinare le persone alla necessità di proteggere le Dolomiti, ma di creare una nuova attrazione per il comprensorio sciistico di Carezza, sfruttando appieno il nuovo impianto funiviario». Avs e Cai, considerano il Catinaccio un bene comune che dev’essere conservato nel tempo così com’è. «La montagna ha un valore intrinseco che è culturale, spirituale e ambientale e non ha bisogno di essere valorizzata con ambientazioni volte alla sola generazione di profitti economici». 













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