IL DIBATTITO

Bondone, obiettivo funivia: «Traffico insostenibile» 

Il futuro della montagna. Ciclo di incontri al Muse per discutere dello sviluppo turistico. Il direttore Lanzinger: «Crisi idrica, un bacino d’accumulo è strategico per l’agricoltura»


Fabio Peterlongo


TRENTO. «La funivia Trento-Bondone potrà ridurre l'impatto ambientale sulla montagna. Per il Muse è un'occasione per riflettere sul futuro del nostro territorio». Michele Lanzinger, direttore del Muse, ha “promosso” l'opera presentando a Palazzo Geremia un ciclo di tre incontri in cui si discuterà dello sviluppo del Bondone, del suo ruolo turistico e sulla sua relazione con la città (28 marzo-18 aprile-16 maggio al Muse). Il consigliere delegato al Bondone Dario Maestranzi ha sottolineato l'apporto scientifico del Muse nella redazione del master-plan dell'opera: «È stata un'interlocuzione per sviluppare e rendere più attrattive le bellezze del Bondone. Vogliamo che in quindici minuti si possa accedere ad una montagna per metà parco naturale e per metà palestra a cielo aperto». Lanzinger ha rassicurato chi teme per l'impatto ambientale: «È l'attuale configurazione del Bondone, senza funivia e solo con il traffico auto, quella davvero insostenibile». Lanzinger ha descritto la finalità degli incontri: «Il Muse mette a disposizione una “agorà” per parlare dell'opera, basandosi sugli studi scientifici pubblicati, quello di Trento Funivie e quello dall'Università di Trento». Negli incontri si traccerà un parallelo con i risultati ottenuti ad Innsbruck dove dal 2007 una moderna funicolare collega il centro città con la vetta dell'Hungerberg. Ha spiegato Lanzinger: «Ascolteremo testimonianze da Innsbruck per comprendere l'impatto della funivia sulla città e per capire quali migliorie infrastrutturali servano a Trento per avere simili risultati».

Maestranzi ha messo in evidenza come l'esperienza di Innsbruck sia la strada maestra da seguire: «Ha raccolto 700mila presenze in un decennio, nonostante il costo del biglietto, di 29 euro. Nonostante il prezzo non “popolare”, i visitatori sono soddisfatti». Il consigliere ha ricordato come la funivia Trento-Bondone sarà a capitale misto pubblico-privato: «L'apporto dei privati sarà essenziale e il fatto che il Consiglio comunale abbia approvato il collegamento all'unanimità è un elemento di certezza che attirerà gli investitori». A chi teme che la presenza di interessi privati possa compromettere l'equilibrio ecologico del Bondone, Maestranzi risponde: «Tutti i firmatari privati del master-plan sono favorevoli alla nuova “alpinizzazione” del Bondone, che ne ripristini i caratteri naturali attirando così i visitatori. Resta aperto il discorso sulle risorse idriche da destinare all'innevamento artificiale. Bisognerà trovare una soluzione che non comprometta l'equilibrio ambientale. Valorizzeremo anche l'estate e la bassa stagione, come in Alto Adige». Lanzinger ha sottolineato come sia l'attuale assetto del Bondone quello meno sostenibile: «L'impatto ambientale con la funivia sarebbe di diverse grandezze minore di uno scenario senza funivia. La crisi idrica è una realtà globale e l'innevamento va affrontato alla luce dei cambiamenti climatici: per questo un bacino d'accumulo idrico sul Bondone potrebbe rivelarsi un'infrastruttura strategica per tutto il territorio, non solo per lo “sfruttamento” alberghiero, ma per le coltivazioni, che richiedono tanta acqua, e in generale le attività umane».

 













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