TRASPORTI

Biglietto a bordo, 700 mila euro in più 

Gli autisti della Uil protestano, ma la Provincia difende le nuove misure: «Con queste regole l’evasione è crollata»


di Andrea Selva


TRENTO. Gli autisti della Uil trasporti sostengono che fermare l’autobus e fare i biglietti a bordo crea ritardi? La Provincia replica che questa lotta ai “portoghesi” (condivisa con i sindacati) ha portato al crollo dell’evasione e al recupero di almeno 700 mila euro all’anno. Dipende da come la si guarda, ma i numeri parlano chiaro: tra il 2016 e il 2018 la percentuale di evasione sui mezzi pubblici trentini diminuita dal 2,45% allo 0,78 per cento, con un dimezzamento del fenomeno nell’ultimo anno.

Merito delle nuove regole? «Sì - spiega il mobility manager della Provincia di Trento, Roberto Andreatta - è grazie a queste regole se sul fronte dell’evasione tariffaria sugli autobus siamo riusciti ad essere una “buona pratica” a livello italiano, con le percentuali più basse in assoluto». La Uil-trasporti però denuncia ritardi nelle corse e disagi per gli autisti (che si ritrovano senza la possibilità di fare le pause) in seguito alle nuove procedure. «In realtà a noi non risulta un fenomeno generalizzato di ritardi e disagi - replica Andreatta - ma abbiamo un bilancio positivo di questa esperienza: solo nel primo trimestre di quest’anno abbiamo incassato circa 154 mila euro all’anno in più rispetto al 2018 per il servizio urbano di Trento e Lavis, con una previsione per tutto il 2018 di circa 600-700 mila euro in più rispetto al 2017. Ma al di là delle risorse siamo riusciti a fermare un fenomeno che qualche anno fa stava diventando preoccupante, anche perché creava contrasti sociali sempre più aspri tra i paganti e gli abusivi (tra cui un’alta percentuale di cittadini stranieri) con una crescente percezione di insicurezza e degrado. Abbiamo evitato il rischio che l’evasione potesse diffondersi anche, come un “contagio”, anche tra gruppi di persone tradizionalmente rispettosi delle regole» conclude Andreatta.

L’aumento delle entrate sul servizio pubblico urbano è nell’ordine del 12%, un risultato che la Provincia spiega soprattutto con le nuove regole in vigore sugli autobus di linea a Trento. Si tratta dell’applicazione su tutte le corse urbane (ad eccezione per il momento della linea 5 e delle linee circolari A e B) della salita a bordo solo dalla porta anteriore, con la possibilità di acquistare il biglietto direttamente dall’autista (a tariffa maggiorata) e soprattutto l’ordine di non partire in caso di salita a bordo di un passeggero privo di biglietto che si rifiuta di acquistarlo. Questa procedura - soprattutto nella prima fase della procedura - ha portato anche qualche guadagno agli autisti che (grazie al prezzo di vendita aumentato a 2 euro) possono trattenere 70 centesimi, arrivando ad accumulare in alcuni casi anche un centinaio di euro (lordi) ogni cinque turni di lavoro. Rari invece, secondo la Provincia, i casi di autobus fermi per problemi di ordine pubblico in caso di viaggiatori sprovvisti di biglietto. Va detto che queste nuove procedure (introdotte dopo la sperimentazione fallita dei tornelli) sono state introdotte assieme alla protezione con plexiglass della cabina di guida e alla videosorveglianza dl bus.

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