il congedo 

Una vita guidando l’ambulanza 

In pensione Stefano Calzà, per decenni in servizio al 118



ARCO. Una vita dedicata al soccorso e agli altri, quella di Stefano Calzà, vigile del fuoco volontario per vent’anni e parallelamente ambulanziere del 118 per ventotto, di cui l’ultimo giorno, quello che ha interrotto il conteggio, è stato domenica scorsa. Il 18 febbraio, infatti, apparentemente una giornata come tante altre, per Stefano è stata la conclusione di un percorso professionale lungo e spesso estenuante, l’inizio di una “nuova vita” da pensionato che, forse per la prima volta, potrà dedicarsi a se stesso. Nato nel 1961, il cinquantottenne arcense racconta: «Dopo gli studi ho fatto vari lavori, dalle stagioni all’impiegato in supermercato, ma è nel 1990 che c’è stata la svolta. Era uscito un concorso della Croce Rossa, che cercava dipendenti, e sono stato assunto per guidare le ambulanze. Da allora non ho mai smesso». Un lavoro difficile, soprattutto per le realtà a cui costringe ad entrare in contatto, che, aggiunge ancora Stefano, «è negli anni anche tanto cambiato: quando ho cominciato, per quella che allora era l’Azienda Sanitaria a Riva, eravamo venticinque. Oggi invece, purtroppo è cosa nota, sono molti più i volontari che i dipendenti, all’interno del 118». Ma a trasformarsi sono stati anche molti altri aspetti, «per esempio» - prosegue - «la maggiore professionalizzazione di oggi, resa possibile dai corsi annuali ai quali dobbiamo prendere parte e che ci preparano su tutti gli aspetti sanitari, dal trauma al parto, ma anche una maggiore differenziazione dei ruoli. Oggi chi ricopre il ruolo che ho lasciato compie solo viaggi di emergenza, i cosiddetti codici rossi, e lo fa su percorsi molto più brevi di una volta, dove bisognava magari portare un paziente a curarsi a Vicenza». Dalle ambulanze alle camionette, Stefano è stato anche, dal 1980 al 2001, un Vigile del Fuoco volontario. Adesso, con la pensione, però, proverà a mettere da parte il prossimo, i traumi e la vita adrenalinica delle emergenze, «per dedicarmi un po’ a me, al relax e alla sistemazione della mia casa». (k.d.e.)













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