l’associazione di supporto agli anziani dell’alto garda 

«Troppe richieste e pochi fondi», l’allarme dell’Auser

ALTO GARDA. Lancia un grido d’allarme Ester Molco, presidente Auser dell’Alto Garda e Ledro: a fronte di un aumento esponenziale di richieste di intervento (specie nell’accompagnamento a ospedali e...



ALTO GARDA. Lancia un grido d’allarme Ester Molco, presidente Auser dell’Alto Garda e Ledro: a fronte di un aumento esponenziale di richieste di intervento (specie nell’accompagnamento a ospedali e case di cura) si registra la necessità di un maggior supporto finanziario da parte dei vari enti.

«Quello che dobbiamo attivare è una scelta dei servizi da fare legati alla destinazione - spiega - perché non è più possibile esaudire tutte le richieste e visto che non possiamo esaminare i fogli di possesso, dobbiamo tagliare le destinazioni». Accanto ai 1000 euro della Comunità di Valle e ai 500 della Cassa Rurale non rimane che il 5 per mille e l’intervento Spi, 2000 euro, ma le richieste aumentano: nei primi due mesi del 2018 sono salite a 330, per un impegno di alcune migliaia di ore. L’Auser altogardesana conta quasi 300 iscritti, di cui 28 sono i volontari che svolgono gratuitamente il servizio di accompagnamento e trasporto degli utenti ai vari ospedali e ambulatori. L’allarme dell’associazione di viale Canella a Riva non trova impreparate le autorità sanitarie, allertate già da tempo del problema. Il grido d’allarme è rivolto in due direzioni: anzitutto verso il personale sanitario e sulla modalità di invio dei richiedenti aiuto all’Auser, modalità - viene spiegato dall’associazione - che richiederebbe una valutazione maggiore dei motivi della richiesta d’aiuto.

C’è poi il richiamo agli utenti a contribuire concretamente al sostegno dell’Auser. In questo caso si può parlare di ticket sui servizi, «Ma sarebbe meglio ragionarci tenendo presente il servizio nel suo complesso», spiega la presidente. Nella misura in cui l’ente pubblico effettua dei “tagli” alla sanità pubblica serve, quindi, l’intervento degli utenti. «Vista la poca disponibilità dell’ente pubblico – conclude Ester Molco – ci rivolgiamo direttamente agli utenti per chiedere maggiore sostegno ad un servizio necessario per la fascia dei pensionati».













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