Torboli, commercianti da quattro generazioni 

Nel negozio di calzature di via Segantini ad Arco si sono festeggiati i 111 anni di attività. Il pronipote del fondatore: «Mia figlia può portare avanti la tradizione»


di Leonardo Omezzolli


ARCO. È una delle botteghe storiche di Arco, con ogni probabilità la più antica. La famiglia Torboli, con la sua rivendita di calzature in via Segantini, ha festeggiato 111 anni di attività. Una tradizione tramandata di padre in figlio da quattro generazioni con un unica grande passione, quella del commercio.

La storia dell’esercizio arcense fonda le proprie origini nell’aprile del 1907, in pieno impero Austroungarico, grazie allo spirito imprenditoriale di Francesco Torboli, bisnonno dell’attuale proprietario Marco, quarto della generazione di Torbole. Centoundici anni di storia arcense e della calzatura. L’attività, infatti, nasce come calzaturificio, dove si fabbricavano le scarpe e dove si vendevano materiali a chilo per la loro realizzazione. Un negozio dove trovare le scarpe, farsi fare le calzature e acquistare pelli e materiali per realizzarle in proprio. Un punto focale in tutto l’Alto Garda per le calzature sempre alla moda.

Dopo l’avvio di Francesco l’attività passa al nonno di Marco, Alfonso, che con caparbietà e spirito imprenditoriale rinnova l’attività adeguandola ai propri tempi fino a cederla al figlio Remo (padre di Marco) che ha portato l’attività nella modernità con i più rilevanti ampliamenti degli ultimi 40 anni. «Mi ricordo che quando ero ragazzino - racconta l’attuale titolare - ovvero circa 30 anni fa, si vendevano ancora gli ultimi materiali a peso, il cuoio, le suole, i chiodi, tutto per fare le scarpe. Tutto è cambiato radicalmente da allora. Oggi si guarda a un prodotto finito che possa soddisfare il cliente con un tipo di calzature più globale».

Cambiano i tempi, le mode, ma la passione resta e Marco ha preso le redini dell’attività dal padre proseguendo un cammino che giovedì e venerdì ha festeggiato i 111 anni di storia. Una storia commerciale, ma ancor più una storia di famiglia. «Devo dire che vedo mia figlia interessata a proseguire in questo cammino - ammette - certo, è ancora giovane ma dopo la scuola potrebbe essere lei il futuro dell’attività per traghettarla in quello che sembra essere il mercato del domani». Su questo aspetto Torboli sembra avere le idee chiare e nota come sempre più la gente abbia l’esigenza di avere il prodotto desiderato consegnato nelle proprie mani, a casa propria. «Se devo pensare al nostro prossimo futuro da qui ai prossimi “100” anni credo che ci si dovrà impegnare nell’e-commerce. Un lavoro che probabilmente, se vorrà, spetterà a mia figlia. È ciò che sembra chiedere oggi il mercato e su quello probabilmente ci potremmo dirigere».

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