Riva, al Floriani riuscito il progetto del Lions Club

RIVA. «Il 98% degli studenti ha compreso che è possibile ridurre il rischio personale di avere un tumore modificando in modo opportuno il proprio stile di vita». E’ quanto emerso dai questionari di...



RIVA. «Il 98% degli studenti ha compreso che è possibile ridurre il rischio personale di avere un tumore modificando in modo opportuno il proprio stile di vita». E’ quanto emerso dai questionari di apprendimento e gradimento compilati dai ragazzi delle terze e quarte classi dell’Istituto Giacomo Floriani di Riva al termine dell’incontro formativo dello scorso 28 febbraio, durante il quale il Lions Club Arco - Riva del Garda ha presentato il “Progetto Martina”, un service indirizzato ai giovani di età compresa tra i 16 e i 18 anni, volto ad approfondire tematiche e argomenti difficili ma di estrema attualità, quali la prevenzione di tumori e dipendenze.

«I dati raccolti evidenziano il successo dell'iniziativa, e l'opportunità che continui nel tempo e coinvolga il maggior numero possibile di giovani – ha dichiarato Eros Angeli, presidente del sodalizio altogardesano - le raccomandazioni più importanti del Codice Europeo contro il cancro sugli stili di vita, quali alimentazione più corretta e maggiore attività fisica, sono state recepite dalla maggior parte degli studenti. Merita menzione la percentuale di studenti che ha recepito l'importanza della eliminazione del fumo, pari al 97%». Emerge che è ancora una realtà l’insufficiente conoscenza (49%), da parte dei giovani, del Papilloma Virus, oggi riconosciuto come il responsabile principale del carcinoma del collo dell'utero. «Tenendo conto che oltre il 60% delle ragazze europee di 16 anni “ha già avuto contatto” con questo virus, si conferma la necessità di far conoscere, sia alle ragazze che ai ragazzi, le modalità di contagio, gli accorgimenti per evitarlo e le sue conseguenze, che non coinvolgono solo le donne – ha dichiarato il dottor Carlo Ferrari, coordinatore Lions per l’attuazione del Progetto Martina - facendo tesoro dei commenti degli studenti raccolti nel corso degli anni, è stata attuata una metodologia di comunicazione mirata a dare messaggi in positivo, senza terrorizzare o proibire, evitando l’uso di termini incomprensibili». Gli studenti hanno dichiarato a larga maggioranza (77%) di non essere rimasti spaventati, e di non aver avuto difficoltà a comprendere i messaggi ricevuti (93%). «Rimaniamo a disposizione per eventuali chiarimenti – ha concluso Eros Angeli - e ci auguriamo che questi incontri possano continuare con periodicità annuale, ed entrare nel Piano offerta formativa della scuola, con incontri di approfondimento successivi all’incontro base». S.BASS.

©RIPRODUZIONE RISERVATA .













Scuola & Ricerca

In primo piano