Oratorio Bolognano, «no» ai lavori 

Respinta dalla Curia la richiesta di una ristrutturazione, anche minima. Parrocchiani delusi



ARCO. È sfumata la possibilità di un intervento migliorativo (anche minimo) all’oratorio-teatro di Bolognano. Dalla Curia, infatti, nelle scorse settimane è arrivato alla parrocchia dell’Oltresarca retta da don Franco Torresani il diniego a procedere con la richiesta di un contributo provinciale per risanare la struttura dedicata a S.Floriano e risalente al 1949, anno di inaugurazione. I motivi? In buona sostanza, è stato spiegato alla parrocchia, a Trento ritengono che non vi sia necessità di mettere mano alla struttura soprattutto dopo la fusione tra l’oratorio di Oltresarca e quello principale di San Gabriele, una struttura quest’ultima recente e funzionale. La fusione, ad ogni modo, non ha portato ad una chiusura dell’attività a Bolognano, anzi. Ma tant’è.

Sin dal suo approdo nell’Oltresarca, don Torresani ha posto il problema di mettere mano alla struttura ormai vetusta. Il teatro, in particolare, è stata la casa di una delle più importanti rassegne teatrali dialettali, quella intitolata a Bruno Cattoi: l’oratorio di Bolognano ha ospitato gli spettacoli teatrali per sedici anni, sino al 2011, quando l’allora parroco si è visto costretto a dichiarare inagibile la struttura. E così gli spettacoli sono dovuti emigrare nel teatro di Nago, dove ancora oggi si svolgono. In molti, in questi anni, si sono augurati di poter riavere a Bolognano un teatro a norma per poter riportare la rassegna Cattoi nella sua sede originaria, ma le speranze a questo punto sono sfumate del tutto.

Nel febbraio dello scorso anno c’è stato un sopralluogo nel teatro-oratorio di San Floriano anche con la presenza dell’amministrazione comunale, che durante questi mesi si è sempre detta disponibile a fare la propria parte, riconoscendo la pubblica utilità della struttura e – magari – mettendoci qualche soldo per i lavori.

Nel corso del tempo l’asticella delle aspettative si è sempre più abbassata e dal progetto iniziale (molto oneroso) che prevedeva la demolizione e ricostruzione del teatro e la messa a norma degli spazi dell’oratorio, si è passati alla richiesta di una messa a norma del solo oratorio, con alcuni interventi mirati (214mila euro il preventivo), per esempio per realizzare nuovi servizi igienici. Le richieste hanno però trovato un muro in piazza Fiera. Un diniego che ha amareggiato il parroco e la comunità, che sperava di poter contare su spazi adeguati per le attività dell’oratorio. (g.f.p.)

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