Integrazione lavorativa, una nuova sede per Anffas 

A Bolognano, nei locali Itea di piazza Vittoria, taglio del nastro di «Per.La.» Il presidente Enderle: «Grazie a chi ci ha aiutato a coronare questo sogno»


di Katia Dell’Eva


ARCO. Inaugurata ufficialmente ieri pomeriggio la nuova sede di Per.La, l’apparato di Anffas Arco che si occupa in particolare della formazione professionale e dell’integrazione lavorativa dei giovani seguiti dall’associazione. «Per noi questo centro è un posto dove diventare adulti, dove impariamo a decidere e a fare delle scelte» - ha dichiarato emozionata Ilaria, una delle ragazze che Anffas aiuta nella possibilità di avere una vita come tutti gli altri, ringraziando i tanti genitori presenti e gli educatori. Non solo stanze, quindi, quelle che da ieri ospitano Per.La, al secondo piano dello stabile Itea in piazza Vittoria a Bolognano, ma anche e soprattutto un luogo in cui crescere e stare insieme. «Sono locali che abbiamo a lungo cercato, questi» - ha aggiunto la vicepresidente di Anffas, Giovanna Frida Rossaro - «e che finalmente sono diventati una realtà. I ragazzi sono impazienti di potersi insediare qui, di poter vivere una quotidianità. A breve, poi, troveremo anche un nome a questa nuova casa». Pur innominata (tante al momento le proposte per “battezzarla”, che vorrebbero tenere presente del parere di tutti, ragazzi compresi), però, intanto la sede c’è: «Un grazie va ovviamente a Itea» - ha affermato ancora il presidente, Luciano Enderle - «ma anche all’amministrazione arcense, per aver sempre dimostrato particolare attenzione al problema e alla qualità della sua soluzione». Un ringraziamento che gli assessori presenti, Silvia Girelli e Stefano Miori, hanno voluto estendere alla cittadinanza intera: «La realtà è che Arco si è dimostrata e si dimostra sempre di più attiva nel saper fare comunità, coinvolgendo in prima persona i ragazzi. Tanti, infatti, i nomi delle attività commerciali, in ogni ambito, che offrono loro possibilità di stage e quindi di imparare un lavoro». Al taglio del nastro, per mano di una delle giovani seguite dal centro, Martina, è seguita poi la benedizione di don Franco Torresani, che ha direttamente coinvolto i presenti nell’accendere “la candela della speranza”. «Speriamo che questo possa essere un ulteriore momento per affermare la necessità di cogliere tanto le non-abilità, quanto le abilità dei ragazzi» - ha voluto aggiungere Rossato, mentre Gianluca Carrara, tra i responsabili della realtà arcense di Anffas, ha concluso: «La nostra città presenta ancora delle barriere architettoniche da eliminare, ma ha fatto sicuramente dei passi avanti nell’integrazione. A noi, tuttavia, non piace solo riceve, bensì anche dare, ecco perché ci impegneremo, per il futuro, a restituire alla comunità le capacità dei giovani, dallo sport, alla musica, a molto altro ancora».













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