«Giochi per disabili, no ai recinti» 

Arco, già raccolte oltre 100 firme per riposizionare l’altalena inclusiva nel parco in centro


di Leonardo Omezzolli


ARCO. Sono già oltre 100 le firme raccolte per la petizione che chiede il ricollocamento dell’altalena inclusiva al parco giochi ai giardini centrali di Arco, ma il gruppo che si era fatto promotore dell’evento raccolta fondi per l’acquisizione di questa particolare “attrazione” per bambini disabili ha aperto le porte alla proposta dell’amministrazione che prevede lo spostamento dell’altalena in via Nas e la sostituzione della stessa ai giardini centrali con un nuovo gioco inclusivo più adatto agli spazi. «L’annuncio è stato fatto nella serata di venerdì in un’apposita conferenza stampa indetta dai promotori dell’iniziativa. Presenti Roberto Calzà, Augusto Tamburini e Lorenza Colò che hanno annunciato e ribadito le loro volontà. «La raccolta firme sta procedendo molto bene - ha dichiarato Colò - siamo già a più di 100 firme e pur necessitandocene solo 50 in questi giorni continueremo a raccoglierne. Il nostro primo obiettivo è quello - continua Colò - di riuscire a rimettere la nostra altalena inclusiva proprio in questo parco giochi, perché centrale e perché simbolico».

A detta dei presenti, infatti, spostare il gioco inclusivo così fortemente voluto rappresenterebbe un atto irrispettoso nei confronti dei diversamente abili. «Stiamo dialogando con l’amministrazione - ha precisato Colò - ma anche dal recente incontro non sono emerse prospettive di loro passi indietro. Se proprio dobbiamo scegliere - ha poi precisato - piuttosto che veder perso questo gioco siamo disposti ad accettare il suo spostamento, ma non siamo disposti ad accettare che venga recintato». «Non è stata un’operazione felice quella attuata dal Comune - ha dichiarato Tamburini della Marcia delle Carrozzine Onlus -. Togliere quel gioco è stata una decisione poco ragionata. L’altalena inclusiva era un simbolo e chi ha figli disabili credo si sia sentito fortemente offeso. Quell’incidente sarebbe potuto capitare a chiunque su qualunque altro gioco». L’obiettivo principale è però cercare in tutti i modi di tornare ad avere l’altalena in centro città. «Il vero problema è l’utilizzo corretto del gioco - ha spiegato Calzà -. Non è vero che si tratta di un gioco non sicuro, la ditta ci ha fornito tutte le certificazioni a riguardo. Chiediamo di riaverla in centro e di pagare, con i soldi della raccolta che ci sono rimasti, dei cartelli che illustrino chiaramente come utilizzare l’attrazione. Di pari passo chiediamo un’ordinanza per un controllo e sanzione da parte delle forza dell’ordine e una video sorveglianza per il corretto uso di tutti i giochi». La sola cosa che tutti i presenti hanno chiesto, qualsiasi sia il destino dell’altalena è «di non recintarla alzando ancora una volta una barriera tra normalità e disabilità».















Scuola & Ricerca

In primo piano