«Ferrovia per l’Alto Garda, tante soluzioni da valutare» 

Un gruppo di lavoro ha studiato una serie di proposte da portare nel Piano stralcio della mobilità «Si può pensare di sfruttare anche il tunnel dell’Adige-Garda per realizzare il binario» 


di Katia Dell’Eva


ALTO GARDA. Propone tre diverse ipotesi di realizzazione del collegamento ferroviario Monaco-Garda presente nella proposta di Piano Stralcio della Mobilità, il gruppo di lavoro formato dai consiglieri di minoranza della Comunità di Valle Ezio Viglietti e Angioletta Maino, e da Ilario Cavagna, Pietro Zanotti, Giovanni Mazzocchi, Lorenzo Leoni e Erminio Ressegotti. Tre ipotesi diverse tra loro che, secondo sensibilità personali, tentano di dare una risposta alla realizzazione di una ferrovia che da Rovereto arrivi all’Alto Garda, e che saranno illustrate, il prossimo 29 novembre, in sede di discussione del Piano. La prima, elaborata da Cavagna, ex-assessore del Comune di Ala, «vorrebbe sfruttare la già esistente galleria Adige-Garda, facendone un tunnel, visto il suo ampio diametro di 7 metri e il suo scarso dislivello, all’interno del quale far passare un binario» - spiega l’ideatore. «In questo modo, partendo dalla zona del Millenium e attraversando poi l’Adige, si arriverebbe direttamente a Torbole. Per i problemi legati al versamento del fiume, di conseguenza, le ipotesi sarebbero o il dragaggio dei corsi d’acqua, o la creazione di un nuovo canale». Proposte alternative, quella di Viglietti, che «sfrutterebbe la via lungo la Maza, trasformandola da stradale a ferroviaria», e quella di Ressegotti, il quale invece sostiene: «Dobbiamo bloccare i lavori della San Giovanni-Cretaccio, per tornare invece alla proposta di un tunnel che colleghi direttamente Linfano con la retta Soardi. Questo comporta, certo, il pagamento di una penale pari al 10% della spesa stimata complessiva (che è di 127 milioni circa), ma sarebbe poca cosa rispetto ai vantaggi che ne deriverebbero. La mia idea» - continua - «è infatti quella di una galleria a doppio senso di marcia per le auto, affiancata da un’altra galleria monodirezionale da destinare al passaggio del treno». Tutte e tre le ipotesi prevedono poi il raccordo in una futura rotatoria a Torbole, a cui si va ad aggiungere, come previsto dal Piano Stralcio, l’implementazione delle piste ciclabili, in particolare quella tra Torbole e Navene. Ulteriori proposte, legate questa volta alla mobilità interna all’Alto Garda, nonché al collegamento tra questo e la val di Ledro, vengono infine da Maino, Leoni e Zanotti: «L’idea è quella di coprire meglio il territorio anche su gomma, con piccoli mezzi, possibilmente elettrici, che specialmente nelle zone meno servite lavorino su chiamata» - spiega la consigliera di minoranza. «Anche per Ledro, sia al suo interno che nei collegamenti con Riva» - conclude Leoni - «si vorrebbe una riconversione all’elettrico e la liberazione di zone come il Pernici e Tremalzo dal traffico».













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