Ex Argentina, la palla passa al super-perito 

Ieri formalizzata la nomina in Corte d’appello di Roberto Maccabruni Il tecnico: «Lavoro molto complesso». Chiesti 120 giorni di tempo per la risposta 


di Gianfranco Piccoli


ARCO. È stata formalizzata ieri mattina, nell’aula della Corte d’appello di Trento, la nomina del perito Roberto Maccabruni, architetto milanese, nell’ambito del processo sull’ex Argentina. Vista la particolare complessità della perizia – parole dello stesso Maccabruni pronunciate ieri in aula a Trento – il tecnico lombardo ha chiesto ai giudici 120 giorni di tempo per consegnare la relazione, 30 in più di quanto normalmente previsto. È stato poi lo stesso architetto ad indicare la data d’avvio dell’attività peritale: il primo appuntamento, nello studio di Lodi del professionista, si terrà il 10 ottobre alle 15. Potranno partecipare gli avvocati e gli eventuali consulenti di parte. Per quanto riguarda la parte civile, rappresentata dall’avvocato Nicola Stolfi, è stata confermato l’architetto Beppo Toffolon, presidente di Italia Nostra. L’imprenditore Roberto Miorelli (ieri l’unico degli imputati trentini presente in aula), difeso da Flavio Maria Bonazza, ha indicato l’ingegnere di Torbole Alessandro Amistadi, mentre Alessio Bolgan, uno dei tre tecnici condannati in primo grado, ha nominato Giuseppe Baldo, ingegnere veneziano. Claudio Malfer, legale di Stefano Bresciani, vice sindaco di Arco, ha chiesto e ottenuto uno proroga dei termini per la nomina (per altro non scontata) di un consulente tecnico di parte.

Cinque i quesiti ai quali Roberto Maccabruni dovrà dare risposta partendo dalle normative e dagli strumenti urbanistici in vigore al momento del via libera al progetto dell’ex Argentina: il calcolo delle volumetrie, il rispetto del piano di campagna, lo stato di avanzamento dei lavori (anche per stabilire gli eventuali termini della prescrizione), l’eventuale difformità rispetto agli strumenti urbanistici, lo sviluppo dell’edificio del Calvario. Maccabruni ha chiesto – ottenendo risposta affermativa – se dovrà tener conto di eventuali modifiche normative arrivate nel corso degli anni, modifiche che potrebbero pesare in qualche misura sulle valutazioni sulla realizzazione dell’ex Argentina.

La richiesta di una nuova perizia, dopo quella ordinata dalla Procura di Rovereto in fase di indagine, è arrivata un po’ a sorpresa a conclusione dell’udienza in Corte d’appello dello scorso 8 giugno. In primo grado il 31 maggio dello scorso anno erano stati condannati ad un mese di reclusione, e 22 mila euro di ammenda, l’imprenditore rivano Roberto Miorelli, in qualità di legale rappresentante della Cosmi, proprietaria dell’immobile, il fratello Gianluca, amministratore delegato della Cosmi costruzioni; Bianca Maria Simoncelli, dirigente dell’area tecnica del Comune di Arco, i tecnici che hanno curato il progetto, Alessio Bolgan, Bruno Ferretti e Mariano Zanon. Ma in aula sono tornati anche il vice sindaco Stefano Bresciani e Tiziana Simoncelli: la loro assoluzione in primo grado, infatti, è stata impugnata.

Ora la palla passa a Roberto Maccabruni, professionista che ha una grande esperienza di perizie, spesso chiamato da procure e tribunali per esprimersi su casi anche particolarmente spinosi. Se non ci saranno contrattempi, il processo d’appello riprenderà il 6 marzo del prossimo anno alle 10.30.

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