Ex Argentina, la Corte d’appello affida l’incarico al super perito 

Venerdì a Trento si torna in aula per la nuova udienza del processo di secondo grado per il reato  di lottizzazione abusiva. Il tribunale ha nominato l’architetto milanese Roberto Maccabruni



ARCO. Venerdì si torna in aula, a distanza di tre mesi dalla prima udienza. Magistrati, avvocati, imputati e parte civile si ritroveranno davanti ai giudici della Corte di appello di Trento nel processo di secondo grado sull’ex Argentina. Si comincerà alle 12.30 e si andrà avanti il tempo necessario alle parti in causa per la nomina dei propri periti che dovranno affiancare il tecnico individuato dal tribunale per stilare la nuova perizia e per stabilire la cubatura effettivamente realizzata nella trasformazione dell’ex sanatorio in residenza. Nella prima udienza i giudici avevano sorpreso tutti ritenendo, evidentemente, non sufficienti gli elementi raccolti nel processo di primo grado - celebrato in tribunale a Rovereto e chiuso nel maggio del 2017 - per prendere una decisione definitiva (al netto dell’eventuale ricorso in Cassazione) sulla vicenda giudiziaria che sta tenendo col fiato sospeso la comunità arcense. Una decisione che di fatto ha riaperto i giochi dopo la sentenza del giudice Carlo Ancona che in primo grado aveva condannato ad un mese di reclusione e 22 mila euro di ammenda, per il reato di lottizzazione abusiva, l’imprenditore rivano Roberto Miorelli, in qualità di legale rappresentante della Cosmi, proprietaria dell’immobile, il fratello Gianluca, amministratore delegato della Cosmi costruzioni, Bianca Maria Simoncelli, dirigente dell’area tecnica del Comune di Arco, e i tecnici che hanno curato il progetto, Alessio Bolgan, Bruno Ferretti e Mariano Zanon. Per tutti loro adesso c’è il processo d’appello. Anche per il vicesindaco di Arco Stefano Bresciani e per la funzionaria dell’ufficio tecnico di Arco Tiziana Mancabelli: la loro assoluzione in primo grado era stata, infatti, impugnata dalla Procura. Presente anche la Parte civile, Italia Nostra.

Il tecnico a cui il tribunale di Trento ha affidato, nelle scorse settimane, il compito di predisporre la perizia, che dovrà sciogliere in via definitiva ogni interrogativo riguardo l’ex Argentina, è l’architetto Roberto Maccabruni, con studio a Milano. Un professionista affermato che viene chiamato frequentemente a svolgere il lavoro di perito d’ufficio dalle Procure e dai tribunali, soprattutto del nord d’Italia, nell’ambito di inchieste riguardanti grosse operazioni edilizie, alcune anche con imputati di spicco come amministratori, politici e imprenditori.

Le parti in causa hanno tempo fino a venerdì, udienza compresa, per nominare eventualmente (ne hanno facoltà, non è un obbligo) i propri Ctp. A quel punto il consulente del tribunale e i consulenti di parte avranno un lasso di tempo congruo (lo stabilirà la Corte d’appello venerdì, ma si ragiona in termini di mesi) per stilare le perizie dopodiché si tornerà in aula per il dibattimento. E la sentenza. (gl.m.)

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