Contro la violenza sulle donne: pronti all’impegno
Arco. Sono tante, le idee apparentemente banali e semplici, ma che potrebbero fare davvero la differenza in un’ottica futura di prevenzione, sostegno e sensibilizzazione, che sono uscite mercoledì...
Arco. Sono tante, le idee apparentemente banali e semplici, ma che potrebbero fare davvero la differenza in un’ottica futura di prevenzione, sostegno e sensibilizzazione, che sono uscite mercoledì sera nella riunione tra consiglieri, assessori e sindaci (33 in tutto), tenutasi presso il Cantiere 26, con tema il femminicidio e la violenza di genere sulle donne. L’incontro, che ha coinvolto rappresentanti di tutte le amministrazioni di zona – Riva, Tenno, Dro, Drena, Arco, Nago-Torbole, Ledro e la Comunità di Valle – era infatti rivolto, come ha sottolineato una delle firmatarie del progetto, Franca Bazzanella, «alla necessità di fare di più, in questo senso, e di confrontarci tra istituzioni, al di là del colore politico». Primo importante momento è stato pertanto l’ascolto dell’esperienza professionale di due tecnici che ogni giorno si occupano di violenza di genere: la dottoressa Angela Bonora, assistente sociale, referente dell’area minori e famiglie della Comunità di Valle, e la dottoressa Emanuela Skulina, referente dei progetti antiviolenza di Fondazione Famiglia Materna. Alla prima, è toccato il compito di illustrare brevemente quali servizi la Provincia mette a disposizione per la gestione di casi di maltrattamenti volti a donne e/o minori, a partire dalla formazione continua di operatori esperti, fino ad arrivare allo Sportello Sociale e allo Sportello Rosa, nei quali si attiva un primo momento di ascolto, informazione e valutazione degli elementi di pericolosità, per poi agire, in rete con una serie di strutture più o meno isolanti. «Tutta una serie di servizi di accoglienza» - ha rilanciato Skulina - «che però sono dislocati interamente tra Rovereto e Trento, nonostante l’Alto Garda sia una delle zone in provincia col più alto numero di denunce per violenza. In generale, i dati più recenti, purtroppo risalenti al 2017» - ha continuato - «ci parlano di 584 denunce in Trentino, circa 1,6 al giorno. Di queste, contrariamente a quanto è uso comune pensare, il 75% è sporto da italiane nei confronti, nel 66% dei casi, di italiani». La violenza di genere, pertanto, non è un fenomeno che riguarda esclusivamente le famiglie poco integrate e i contesti più difficili, anzi. È un serpente velenoso che si annida ovunque. In tal senso, allora, le proposte dei tanti consiglieri - ma davvero troppo pochi assessori e solo due sindaci, Tarcisio Michelotti di Drena e Gianluca Frizzi di Tenno – sono state rivolte alla ricerca di prime piccole ma efficaci soluzioni: una lettera con le informazioni chiave da inviare a tutte le donne sopra i 18 anni residenti in tutti i Comuni coinvolti; consigli comunali straordinari, di confronto e dialogo sul tema; nuovi incontri tra amministratori (che si sono scambiati i contatti, promettendosi una più efficace collaborazione); ma ancora, informazioni più chiare sui siti comunali; sostituzione dei vecchi cartelloni negli uffici pubblici, che ancora riportano i numeri di soccorso di un tempo; volantinaggio nelle sedi comunali, ma anche nelle biblioteche e nei presidi sanitari. «Dovete ricordare sempre che i casi più scoperti, sono quelli mediani, sono quelli per i quali la donna non teme per la propria vita» - ha concluso Bonora.