Cinghiali, catturato ad Arco un esemplare “ibrido” 

L’allarme. La Forestale ha prelevato una femmina in attesa di cuccioli: l’incrocio fra questi animali selvatici e i maiali può provocare grossi danni all’ambiente. Il branco avvistato a Carobbi



Arco. La primavera che tarda a riscaldare l’aria e la neve ancora abbondante in quota hanno spinto di nuovo i cinghiali a cercare più in basso il loro terreno di pascolo e a individuare qualcosa di cui nutrirsi in aree sempre più pericolosamente promiscue con l’attività umana. Un branco piuttosto numeroso è stato avvistato fra Carobbi e Troiana, con tutte le conseguenze del caso. Gli uomini della forestale della locale stazione stanno pattugliando con grande fatica il territorio, vista la cronica mancanza di effettivi: l’altro giorno sono però riusciti a catturare un esemplare, una scrofa ibrida in attesa di cuccioli. Non si tratta di una buona notizia, visto che dal punto di vista faunistico gli animali ibridi rischiano di creare danni ambientali significativi, poiché si tratta di incroci fra cinghiali selvatici e maiali che rischiano di modificare le abitudini comportamentali di tutti i suini sul medesimo territorio. Tuttavia, nonostante il pericolo sia incombente e ampi tratti della montagna arcense rischino di essere devastati dai cinghiali a caccia di qualcosa di commestibile, nessuno sa ancora come operare. Di fatto la situazione è allo stesso punto in cui era stata lasciata all’inizio dell’anno, quando il comandante della locale stazione forestale, Ezio Berteotti, facendo la sintesi del lavoro svolto lo scorso anno aveva lanciato l’allarme, a tutt’oggi inascoltato. A dire il vero, di fronte all’ennesimo sconfinamento dei cinghiali a Troiana e Carobbi, l’amministrazione comunale si è attivata per segnalare il problema a Trento, ma al momento è ancora in attesa di un pronunciamento che indichi con chiarezza la strada da percorrere prima che sia troppo tardi e che avvengano contatti indesiderati fra i cinghiali e qualche escursionista. Il Comune di Arco confida inoltre che la locale sezione dei cacciatori dia il suo contributo nel sostenere l’attività degli uomini della forestale che, essendo sotto organico, faticano a tenere sotto controllo l’intero territorio. Al momento però è tutto fermo: dopo il colloquio del febbraio scorso fra l’assessore Tomaso Ricci e la sua omologa provinciale Giulia Zanotelli le posizioni non sono mutate e aperture sull’estensione del territorio da includere nella zonazione delle specie cacciabili non se ne sono registrate. Nel frattempo le fototrappole piazzate in luoghi strategici del bosco sopra Carobbi hanno “catturato” altri quattro esemplari, segno che di tempo da perdere ormai non ce n’è più. G.R.

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