Area Ferrari, intesa vicina tra Comune e Bagozzi 

Il contenzioso. L’amministrazione aveva chiesto 450mila euro di danni, ma si potrebbe chiudere a 50mila. L’accordo stragiudiziale eviterebbe alle parti la causa di fronte al giudice


Gianluca Ricci


Arco. Domattina in tribunale si terrà l’udienza probabilmente decisiva per chiudere una vicenda, quella relativa all’acquisizione del capannone ex Ferrari da parte dell’azienda Bagozzi nonostante il diritto di prelazione a favore del Comune di Arco, che si trascina inconcludente da parecchi mesi. A fronte di una richiesta danni formulata dall’amministrazione comunale di 450mila euro la controparte ha replicato offrendone 50mila. Una cifra che, secondo i bene informati, potrebbe essere sufficiente per mettere la parola fine alla spiacevole storia legata al tentativo di acquisto da parte del Comune di un secondo capannone da destinare a magazzino comunale, quello dell’ex Ferrari Legnami, poi improvvisamente venduto alla Bagozzi. Di qui la richiesta danni su cui le parti potrebbero chiudere domani mattina. Al Comune infatti non interesserebbe fare cassa su una vicenda così delicata, ma piuttosto dimostrare di aver sempre agito correttamente: ecco perché l’offerta di 50mila euro avanzata dagli acquirenti del capannone contestato verrebbe considerata per questo più che sufficiente, nonostante la considerevole distanza rispetto ai 450mila chiesti all’inizio.

La cifra era stata fissata all’inizio del contenzioso in modo da rendere anche numericamente palese il grave danno che secondo il Comune avrebbe arrecato alla comunità il mancato rispetto del diritto di prelazione, ma nessuno pare voglia farne una questione di soldi né tantomeno fare un dispetto alla controparte, un’azienda sana che ha comunque diritto a svolgere la sua attività. L’obiettivo iniziale dell’operazione era l’acquisizione di quel capannone, ma la struttura è stata venduta: inutile cercare sterili vendette, molto meglio incassare l’ammissione che effettivamente l’operazione ha visto l’amministrazione operare correttamente. Alla luce di tali presupposti, altra sarebbe la reazione del Comune se la Bagozzi si limitasse a pagare semplicemente per evitare di andare oltre con una causa che farebbe perdere tempo e denaro a tutti: nessuno si aspetta una lettera di scuse, ma la speranza pare sia quella di sotterrare definitivamente l’ascia di guerra e di usare quei 50mila euro per il bene della città.

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