«Area Ferrari, il Comune aveva detto no» 

Dura presa di posizione di Alessandro Bagozzi: «Ridicolo affermare che nessuno ha contattato l’amministrazione»


di Leonardo Omezzolli


ARCO. Quanto rilasciato dall’amministrazione nella risposta all’interrogazione delle opposizioni sul caso Ferrari - Bagozzi ha portato questi ultimi a prendere carta e penna e a rispondere a quanto sottoscritto dal sindaco Alessandro Betta, dal vicesindaco Stefano Bresciani e dall’assessore Tomaso Ricci.

«Dopo quelle esternazioni che abbiamo potuto leggere - ha dichiarato Alessandro Bagozzi - non posso che dire che le risposte che sono state date sono in parte ridicole. Il fatto che venga detto da un sindaco che non gli è stata presentata un’offerta ufficiale è più che ridicolo perché in qualunque transazione commerciale in prima battuta si chiede l’interessamento del potenziale acquirente e solo dopo viene fatta l’offerta ufficiale. Noi come i signori Ferrari abbiamo chiesto l’interessamento da parte del Comune e la risposta è stata no».

Per le ditte l’amministrazione è venuta meno alle regole della buona fede contrattuale e soggettiva. Per queste ragioni hanno prontamente inviato una lettera indirizzata a Betta per controbattere quanto da lui dichiarato. «Il sindaco e la giunta ora possono fare le cause che credono - scrivono Bagozzi e Ferrari - e contro le quali le nostre società resisteranno in tutte le sedi». Nel testo viene espressamente ricordato che l’atto di vendita di Ferrari Legnami a Bagozzi è avvenuto «dopo aver interpellato già nel luglio 2016 e ricevuto dal sindaco nella sede istituzionale ed alle presenza di testi, la risposta “non interessa” e di rivolgersi al Presidente della Comunità». Medesima risposta che le società certificano di aver ricevuto «l’11 gennaio 2018 nella sala giunta dallo stesso sindaco alla presenza dei rappresentanti delle due società, dei legali delle stesse e di alcuni assessori, e che non può essere smentita». Leggere quanto sottoscritto da Betta, Ricci e Bresciani ha fatto infuriare Ferrari e Bagozzi. «La parola delle persone ed in particolare di quelle che occupano cariche istituzionali è molto importante per la fiducia dei cittadini che evidentemente ne fanno affidamento - ci tengono a sottolineare le due società -. Il sindaco e la giunta hanno quindi cambiato idea all’ultimo giorno, con la convocazione del consiglio comunale d’urgenza. Era loro facoltà, ma dovranno pur tenere conto dei motivi di serietà e coerenza per i quali Ferrari ha dovuto vendere a Bagozzi che aveva avuto altrettante rassicurazioni nel luglio del 2017 dallo stesso sindaco, dal vicesindaco e dagli assessori».

Duro il giudizio delle due società: «Durante le trattative è stata apertamente violata non solo la buona fede contrattuale, ma altresì la cosiddetta “buona fede soggettiva. Siamo di fronte ad un soggetto (Comune) che agisce dopo essere venuto meno alla parola data e questo solamente per ledere dei diritti altrui».













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