Alberti: «Le mie dimissioni? Potrei far decidere all’assemblea» 

L’ispettore distrettuale, dopo la sfiducia dei comandanti dell’Alto Garda, sta valutando come procedere Ioppi, presidente provinciale: «Ho cercato di mediare fra le parti, ma ho trovato posizioni congelate» 



ALTO GARDA. Michele Alberti, l’ispettore distrettuale dei vigili del fuoco volontari dell’Alto Garda e Ledro sfiduciato dai cinque comandanti della Busa, non ha rassegnato le dimissioni. O meglio, non ancora. È lo stesso Alberti a chiarire che sta valutando le modalità di un passo che pare quasi obbligato alla luce del clima irrespirabile nei rapporti tra il responsabile dell’Unione e i vertici dei corpi di Riva, Arco, Tenno, Dro e Drena. Uno scontro sfociato nella lettera che i comandanti hanno inviato ai sindaci e ai vertici della Federazione parlando apertamente di “mozione di sfiducia”.

«Sto valutando se convocare un’assemblea e rimettere le miei dimissioni nelle mani dei comandanti - spiega Alberti - a quel punto le dovranno motivare, assumendosene la responsabilità». E se non dovessero presentarsi, come per altro già accaduto negli ultimi direttivi? «A quel punto, vedremo che accadrà». All’orizzonte, quindi, non si profilano né una separazione tranquilla e neppure margini per ricucire rapporti deteriorati ormai da due anni.

Ci ha provato anche Tullio Ioppi, arcense doc, ex comandante del corpo di Arco e attuale presidente della Federazione provinciale dei vigili del fuoco volontari, a trovare una mediazione, ma si è trovato di fronte a muri invalicabili. Ioppi, per altro, non ha voce in capitolo: «Io posso convocare le assemblee elettive, ma non ho il potere di revocare una nomina che viene formalizzata dal presidente della giunta provinciale – spiega il presidente provinciale – mi sono trovato con le parti, ho verificato se c’erano le condizioni per un passo indietro da parte di tutti, ma ho trovato posizioni congelate. Ho anche proposto di incontrare le parti separatamente, per far emergere in modo chiaro tutte le criticità, ma non ho trovato lo spazio per agire in questa direzione».

Uno degli aspetti più spinosi di questa vicenda è sicuramente legato alla rappresentanza nell’Unione, dove la sola val di Ledro, con i suoi sei corpi, ha di fatto la maggioranza quando si tratta di votare. Una situazione che i comandanti dell’Alto Garda, alla luce del numero di interventi che ricadono sui territori di competenza, ritengono non più sostenibile, al punto da chiedere esplicitamente una revisione dello Statuto.

«È un problema che tocca anche altre zone del Trentino dove, alla pari della val di Ledro, ci sono stati processi di fusione dei comuni – commenta Tullio Ioppi – anche altrove hanno mantenuto le strutture esistenti, per altro senza alcun aggravio in termini economici. La capillarità è la forza dei vigili del fuoco volontari e non può essere messa in discussione. Se parliamo di rappresentanza, cerchiamo di capire che soluzioni hanno trovato altrove».

Detto questo, Ioppi è convinto di una cosa: «Comunque si concluda questa vicenda, è evidente che c’è un tessuto da ricostruire». (g.f.p.)













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