Accudisce le pecore finte e sta meglio 

Corriere online racconta la storia del ledrense Natale, malato di Alzheimer 



LEDRO. È finita sul sito del Corriere della Sera, in particolare nella sezione “Buone notizie – L’impresa del bene”, la storia curiosa di un anziano ledrense. Una storia tra quelle che verranno riportate come esperienze positive – considerando i presupposti negativi di partenza – nell’ambito dell’Alzheimer Fest, weekend lungo (in programma da oggi a domenica a Levico Terme) fatto di incontri, esperienze e (anche) dolce far niente dedicato a chi è affetto da disturbi cognitivi. La storia è quella del signor Natale, che da giovane era pastore e che ora è tornato a esserlo, per quanto in maniera un po’ originale, visto che si occupa di pecore finte.

«Ha cominciato da piccolo – racconta Michele Farina sul corriere.it, con la testata edita da Rcs che è media partner dell’evento levicense – seguendo ai pascoli gli zii, le pecore e le mucche. I prati e le montagne popolano ancora i suoi pensieri. Il signor Natale ha l’Alzheimer e sogna di fuggire. Si lamenta che i cancelli della struttura (per altro bellissima) dove vive, a Bezzecca sopra il lago di Ledro, sono chiusi. “E – dice – pur non essendo alti, non si possono scavalcare”. Gli operatori lo accompagnano in giro appena possibile. Lui a un certo punto si guarda intorno e dice: “Adesso devo andare, le mie pecore sono da sole”». Nell’articolo si procede poi facendo presente che «due inverni fa il personale che si occupa del padiglione Alzheimer alla Apsp Giacomo Cis ha chiesto aiuto al parroco per cercare di mitigare l’ansia di Natale. Ogni dicembre il paese organizza un presepe vivente che ha dello spettacolare: tutto diventa il presepio, e ognuno ha una parte: quell’anno un gruppo di cittadini aveva costruito un gregge di pecore, con polistirolo e vera lana grezza. Eccolo, il gregge perfetto! Il parroco invitò il signor Natale a recitare il pastore e la sera stessa lui tornò alla Giacomo Cis con il suo gregge: numeroso, ubbidiente e leggero. Da allora il signor Natale è più felice, più calmo. Sogna sempre di andare ma ora non può abbandonare le sue pecore. E resta. Si prende cura di loro, che a mesi alterni trovano rifugio nella hall, nel giardino, nella casetta dei giardinieri. “Le ho allevate io”, dice. Poi le guarda, e guarda il suo interlocutore invitandolo a toccare con mano: “Ma non sono mica vere, non senti?”» La tesi è che, da quando gli viene concesso di occuparsi delle sue pecore finte, il signor Natale sarebbe più felice e calmo: la foto che accompagna il pezzo, nella quale l’anziano abbozza un sorriso, parrebbe confermare la linea di pensiero. (m.cass.)

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