Riva, barbiere da 48 anni: in pensione Romeo Stoppini 

A fine mese la storica bottega di via Lipella abbasserà le serrande L’appello della moglie: «Spero che qualcuno voglia rilevare l’attività»



RIVA. È un’altra delle botteghe che hanno fatto la storia di Riva, passando di mano in mano, di generazione in generazione, quella di Romeo Stoppini. Un’altra delle molte attività del centro (e non solo) che, oggi, chiude i battenti e rischia di non riaprirli più. Aperto nel dopoguerra da Guido Perini, il negozio da barbiere di via Lipella 8 era diventato nei decenni un punto di riferimento per tanti rivani. «Qui, proprio da Guido, il giovanissimo Romeo, originario di Pranzo, ha fatto, a partire dal 17 settembre nel 1970 fino all’80, la cosiddetta “gavetta”» - racconta Lucia Malossini, moglie di Stoppini. «Da lui ha imparato il mestiere, facendogli, come si dice da noi, “da bocia”. Imparati tutti i trucchi, si è poi messo in proprio per alcuni anni, spostandosi in via Fiume, ma appena Perini è andato in pensione, è tornato qui, dove tutto aveva avuto inizio, prendendo in mano la bottega». E negli anni sono tantissimi i clienti - tutti uomini - affezionati che sono passati per il negozio: «Il più giovane tra coloro che vengono a tagliarsi i capelli, al momento, ha tre mesi» - continua Lucia - «e poi si va via via salendo d’età, fino ai centenari. Ma oltre ai tagli, negli ultimi tempi sono aumentati anche i servizi legati alla cura della barba, tornata di moda». Insomma, non è la crisi o la mancanza di lavoro, ciò che spinge Romeo Stoppini a lasciare la sua amata “forbes Giulietta” e a riporla nel cassetto dopo 48 anni, ma, prosegue la moglie, «la voglia di, una volta in pensione, dedicarsi alle sue passioni, dalla lettura, alla cura dell’orto, alle corse (tra i suoi posti preferiti c’è il lago di Tenno)». Eppure, nonostante i clienti ci siano, con la fine di dicembre il negozio chiuderà definitivamente: «I nostri figli fanno altro nella vita» - spiega infatti Lucia - «e non c’è nessuno che si sia reso disponibile a mandare avanti l’attività. Sarebbe bello, prima che sia troppo tardi, se qualcuno si offrisse. È davvero un peccato pensare che con mio marito si chiuda un pezzo del passato di Riva». Un appello, quello di Malossini per voce del coniuge, che vorrebbe evitare la fine di una bottega con oltre settant’anni di lavoro alle spalle ma che, con il 2019, potrebbe non esistere più. Un appello, diretto a giovani e meno giovani, che vorrebbe evitare il ripetersi di una storia diventata ormai quasi consuetudine e l’ennesima scomparsa di pezzi di tradizione locale. (k.d.e.)













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