a malga misone anche un gregge scomparso 

Pecore sbranate, si cercano i colpevoli

TENNO. Delle incursioni entro un ovile facilmente si incolpa l’orso, la cui presenza in zona è stata segnalata e accertata tra il Misone e il San Giovanni già nei mesi scorsi. Ma non sempre tale...


di Graziano Riccadonna


TENNO. Delle incursioni entro un ovile facilmente si incolpa l’orso, la cui presenza in zona è stata segnalata e accertata tra il Misone e il San Giovanni già nei mesi scorsi. Ma non sempre tale colpevolezza è accertata, spesso è solo sospettata senza prova alcuna.

Accade a malga Misone, dove i giorni scorsi, in tarda mattinata, sono state sbranate alcune pecore, tre, e un becco o maschio di pecora. E soprattutto è stato spaventato il gregge, che si è disperso, ed è tuttora introvabile.

Una cosa è subito apparsa “strana”, cioè l’orario, in pieno giorno. «Gli attacchi ursini accadono sempre nottetempo, non abbiamo mai visto un’incursione ursina in pieno giorno!», rileva Oscar Bonomi segnalando la possibilità che nei boschi del Misone possano scorrazzare altri animali, come cani dispersi. Oppure, ipotesi però da scartare per lo stesso motivo, quella del lupo.

Altra “stranezza” l’assenza di peli sulle prede nonché di tracce di zampe.

Ai gestori della malga tennese, la famiglia Bonomi da Tenno, non è rimasto che raccogliere i resti e denunciare il tutto alla Forestale. La quale sta vagliando il Dna per accertare il colpevole.

Il fatto grave non è solo lo sbranamento dei quattro capi, ma soprattutto la scomparsa di metà gregge, 23 pecore e 7 capre sul totale di una cinquantina di pecore. Inizialmente sembrava che le pecore fossero scese a Canale, ma poi si è verificato che quelle arrivate non c’entravano nulla con il mezzo gregge disperso a malga Misone, che è tuttora introvabile. Un “falso allarme” dunque, il ritrovamento!

In proposito i Bonomi lanciano un appello all’opinione pubblica e a quanti frequentano il Misone: «Per favore ci segnalino eventuali tracce di passaggio, prima che sia troppo tardi e magari vadano a sfracellarsi sulle rupi del Misone».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano