La Mnemoteca: «Al Quisisana un museo dei sanatori arcensi» 

La proposta dell’associazione che all’attività ha dedicato anche il documentario «Le case del sole» «Abbattimento? Con il passato dobbiamo ricucire un filo, non possiamo cancellare le tracce»



ARCO. Quale luogo più adatto del Quisisana per ospitare un piccolo museo dei sanatori? A lanciare la proposta è la Mnemoteca del Basso Sarca, sempre attenta alla salvaguardia e alla valorizzazione della memoria storica del territorio. Inaccettabile alle orecchie dei tanti sostenitori dell’associazione deve essere suonata la voce del sindaco Alessandro Betta quando ha avanzato l’ipotesi di abbattere il volume prima che crolli da solo, in attesa che qualcuno ci investa del denaro che l’ente pubblico a tutt’oggi non è in grado di garantire. Una provocazione, ma non solo: le consistenti risorse necessarie per mettere mano all’immobile non ci sono e al momento nessun imprenditore si è fatto vivo con proposte in grado di far sperare in una prossima resurrezione del malandato sanatorio. «Nel recente passato – si legge nel comunicato dell’associazione – si è voluto rimuovere tutto ciò che riguardava il periodo sanatoriale di Arco, a cominciare dal ricordo della malattia e delle sue sofferenze fino all’abbattimento o allo stravolgimento degli edifici che furono case di cura. Negli ultimi tempi, però, abbiamo percepito che molti cittadini, in sintonia con noi, manifestano il desiderio di ricucire un filo con il passato e non sono più disposti a vederne cancellate le poche tracce ancora rimaste». Non va infatti dimenticato che i sanatori hanno costituito nel corso della storia un’importante occasione di benessere per tutti, nonché di confronto con persone provenienti da tutta Italia e non solo. L’aspetto signorile della città si deve proprio alla proliferazione di eleganti edifici legati in qualche modo a quell’illustre passato. «L’edificio del Quisisana, pur nella sua decadenza e nella sua trascuratezza – scrive il direttivo della Mnemoteca – conserva ancora visibilmente il fascino dello stile architettonico di quegli anni». Affermazioni suffragate dai fatti, visto che alcuni membri del direttivo sono potuti entrare di recente nel complesso per la realizzazione del documentario “Le case del sole” e hanno potuto ammirare la bellezza delle strutture, ancorché in cattive condizioni. «Comprendiamo che i costi per rimettere in funzione l’edificio siano altissimi per il Comune, che potrebbe però trovare nuove sinergie e pensare a tutte le opere di salvaguardia possibili prima di ricorrere alla facile scorciatoia della demolizione». Ecco dunque l’idea di ricavare un piccolo spazio in cui allestire un vero e proprio museo dei sanatori, per il quale la Mnemoteca del Basso Sarca avrebbe già raccolto moltissimo materiale. Un piccolo ma significativo contributo nella speranza che l’ampliamento del dibattito sul destino del Quisisana possa condurre la vicenda al tanto atteso lieto fine: «solo conservando memoria della bellezza dei luoghi e della storia che li ha abitati – scrive il direttivo della Mnemoteca – saremo in grado di avere una visione meno miope di ciò che diventeremo». (g.r.)













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