LA STORIA

I liceali del "Maffei" eroi nel mare siciliano

Quattro giovani diplomati hanno tratto in salvo un gruppo di bimbi e donne in difficoltà nelle acque di San Vito Lo Capo



ALTO GARDA. Luca Cerutti, Alessandra Zanetti, Margherita Planchestainer e Mattia Vicari. Sono i nomi di quattro ragazzi arcensi, classe 1999, che fino a due settimane fa avevano per la testa solo gli esami di maturità, ma che dal pomeriggio di martedì 17 luglio si sono trasformati in giovani eroi.

Conclusi gli esami i quattro (ormai ex) studenti della quinta C scientifico del liceo Maffei sono partiti, venerdì scorso, per una vacanza di “festeggiamento” a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani.

Un viaggio come tanti, fatto di mare, spiagge e divertimento, che martedì, intorno alle 17.30, ha preso però una piega inaspettata: nel giro di un minuto, Luca, Alessandra, Margherita e Mattia (a cui andrebbe aggiunto, per correttezza, un quinto amico, che chiede però di restare anonimo) sono passati dall’essere dei semplici maturandi vacanzieri, a giovani eroi per un giorno.

«Eravamo in spiaggia - raccontano all’unisono - e il mare era molto mosso, al punto che era stata issata anche la bandiera rossa. Al largo, quindi, non c’era nessuno, ma lì, quasi a riva, dove il livello dell’acqua arriva in genere al petto, proprio come noi, giocavano altre persone». Un’onda inaspettatamente un po’ più forte, «e ho sentito una signora gridare “aiuto! Prendetelo!”», racconta Luca Cerutti, il primo a prestare soccorso. «Trascinato dalla corrente, suo figlio, che avrà avuto 7-8 anni - continua - non riusciva più a riaffiorare dall’acqua e tornare dalla madre. Afferrarlo e metterlo in salvo sulla sua ciambella è stato un gesto immediato, istintivo. Del resto era proprio vicino a me. Con gli altri, poi, abbiamo creato una specie di catena e lo abbiamo riportato a riva». A seguire, con lo stesso sistema - racconta ancora il ragazzo - «abbiamo messo in salvo anche la madre, nonché un’altra donna con i suoi tre bambini che, nel caos generale, si erano fatti prendere dal panico e non riuscivano più a nuotare verso la spiaggia».













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