I Ciuaroi di Pré entrano nel Comitato Cis 

Il gruppo che porta avanti la tradizione delle brocche ledrensi ha evitato così la scomparsa 



LEDRO. Grande novità per i Ciuaroi di Pré, che dai giorni scorsi sono entrati a far parte del Comitato Giacomo Cis che, come noto, è nato per salvare e valorizzare il sentiero della Ponale. Ed è stata proprio la passione della Ponale l’aggancio tra i due comitati: da una parte la Ponale in una visione del Comitato Cis un po’ più ampia che non sia il solo sentiero a picco sul lago, ma anche il prolungamento verso la valle e il lago di Ledro; dall’altra un gruppo di volontari, i Ciuaroi, che non si erano mai costituiti ufficialmente e che rischiavano di scomparire e far mancare la memoria di un lavoro che ha caratterizzato la valle di Ledro per un secolo, da metà ‘800 a metà ‘900: per inciso questa sarebbe stata una beffa, anche a fronte di una recente registrazione da parte della trasmissione Geo del regista Rai Daniele Cini sul funzionamento della fucina che verrà mandata in onda a primavera sul canale nazionale. Le considerazioni appena esposte si erano incontrate già da molti mesi e i colloqui erano sempre più fitti sotto l’attenta regia di Pietro Colò, il presidente delle ASUC di Pré. In queste ultime settimane c’è stata l’accelerazione che è culminata in una bella assemblea congiunta al bar Acli di Pré dove si è deciso che i Ciuaroi di Prè si iscrivono al Comitato Cis come soci, anche se quando apriranno la loro fucina o faranno dimostrazioni in altre località si chiameranno sempre Comitato Ciuaroi di Pré (Ledro). Inoltre per vedere di rilanciare questa tradizione, si vedrà se per il prossimo anno si riuscirà ad organizzare un corso di formazione per novelli Ciuaroi, e magari uno spettacolo in collaborazione con la Rete Museale Ledro. Un brindisi finale ha suggellato questa tappa storica dei due comitati.

Un po’ di storia dei ciuaroi - chiodaioli di Prè. La lavorazione delle brocche si affermò soprattutto nella bassa valle di Ledro a partire dalla seconda metà dell’800, quando i ledrensi appresero l’arte da qualche maestro del ferro bresciano. Molina e Prè ne divennero i centri e ben presto nacque il problema dell’organizzazione del lavoro e della vendita. Negli ultimi decenni dell’800 il cooperativismo trovò ovunque promotori e validi sostenitori ed anche in valle di Ledro, accanto ai “Banchi”, alle Cooperative di consumo, si affiancarono la Cooperativa broccami di Molina di Ledro e la Cooperativa broccami di Prè. Prima del 1914 le brocche avevano largo smercio nelle zone alpine, nel Tirolo, nell’Impero austro-ungarico e perfino in Baviera. Le brocche venivano impiegate per chiodare le suole delle scarpe e degli scarponi da montagna e la richiesta più consistente era per l’esercito. La Prima guerra mondiale vide la chiusura delle fucine a seguito dell’esodo in Boemia. Grazie all’interessamento di don Gerolamo Viviani, parroco di Molina, anch’egli esiliato a Mies in Boemia, fu possibile convincere Vienna dell’opportunità di riprendere in Boemia la fabbricazione delle brocche.

Ritornati i Ledrensi ai loro paesi, ben presto le “fusine” vennero riattivate, le Cooperative broccami di Molina e di Prè, oltre al negozio di ferramenta Giuseppe Casari, ripresero l’attività. Con le guerre d’Abissinia e di Spagna e con l’avvicinarsi della Seconda guerra mondiale, la richiesta di brocche da parte dell’esercito si fece pressante e i chiodaioli raddoppiarono di numero. Anche a Biacesa in quegli anni, per iniziativa di un gruppo di ex chiodaioli di St. Pölten, venne costruita una fucina per una ventina di operai. Per alcuni chiodaioli ci furono esoneri e licenze dal militare per dedicarsi alla fabbricazione delle brocche ed anche i Tedeschi dopo l’8 settembre 1943 tennero in grande considerazione l’industria dei chiodi per l’esercito. L’arrivo della gomma negli anni ’50 decretò la fine di questa attività.













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