Depuratore ko, bagni nel Garda vietati 

Sversamento nel Sarca dall’impianto del Linfano. Ordinanza dei sindaci di Arco, Riva e Nago-Torbole: niente tuffi nel lago  



ALTO GARDA. L’allarme è scattato poco dopo le 11, quando alcuni ciclisti che stavano percorrendo la ciclabile del Sarca, all’altezza del depuratore del Linfano hanno visto uno sversamento nel fiume che non poteva dare spazio a grandi interpretazioni. Acqua di colore marrone. Poco dopo sono stati allertati i vigili del fuoco volontari di Arco che, coordinati dal comandante Stefano Bonamico, sono intervenuti per contenere la chiazza maleodorante, in buona parte finita nel lago di Garda.

Subito sono stati allertati l’Appa (l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente) e i sindaci di Arco, Alessandro Betta, Nago-Torbole, Gianni Morandi e Riva, Adalberto Mosaner. Betta e Morandi hanno immediatamente fatto un sopralluogo alle foci del Sarca per rendersi conto personalmente della situazione (il sindaco di Riva era in viaggio, di rientro dalle ferie).

Ancora non è chiaro cosa sia accaduto all’interno del depuratore. Giovedì e venerdì all’interno dell’impianto sono stati fatti lavori di manutenzione e ieri doveva riprendere la normale attività. Ma qualcosa, evidentemente, è andato storto, con il risultato che le acque nere - invece di essere trattate - sono finite direttamente nel fiume Sarca, come testimonia l’immagine che pubblichiamo in questa pagina. Il problema è stato risolto, ma nel frattempo la frittata era fatta.

Per capire quale siano stati gli effetti dello sversamento sul lago, bisognerà attendere i risultati delle analisi dell’Appa, che ha prelevato campioni lungo tutta la costa del Garda trentino. Ci vorranno non meno di una ventina di ore, il tempo di concludere la colture in laboratorio. Nel frattempo, i sindaci di Arco, Nago-Torbole e Riva (in assenza di Mosaner ha firmato il vice Mario Caproni dopo il sopralluogo con il gommone dei pompieri di Riva), in via prudenziale, hanno deciso di emanare un’ordinanza di divieto di balneazione. Per quanto riguarda Arco, lungo tutta la costa di competenza, mentre Gianni Morandi ha limitato il divieto sino alla Baia Azzurra da una parte e sino al porticciolo dei pescatori sulla destra delle foci guardando verso nord. Sulla costa rivana il divieto è praticamente su tutte le spiagge, partendo da Torbole sino a Punta Lido.

Nel frattempo, per facilitare l’assorbimento dello sversamento è stato chiesto ad Hydro Dolomiti di aumentare del dieci per cento la portata in uscita dall’invaso di Ponte Pià. Se la situazione si rivelasse seria, non è esclusa l’apertura della galleria Adige-Garda. Oggi (al massimo domanti mattina) l’Appa, oltre a fare nuovi prelievi, fornirà i risultati delle analisi: con in mano questi, verrà deciso se ritirare o meno l’ordinanza di divieto di balneazione. (g.f.p.)













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