Da Riva alla vita con gli aborigeni 

Ai margini del mondo. Eleonora Angeli, trentaduenne rivana, da un anno si è trasferita con il marito Samuel e la figlia Apeline in una piccola comunità nel nord-ovest dell’Australia: «Cerchiamo di aiutarli e usiamo ciò che la natura offre, esplorando e studiando modi di vita sostenibili»


Sara Bassetti


RIVA. Riscoprire i veri valori della vita a contatto con gli aborigeni. «Chi ha vissuto in Australia sa di cosa parlo: un Paese efficiente, bellissimo per certi versi, molto spietato per altri. Un Paese dai forti contrasti, dove ancora oggi i primi custodi di questa terra fertile e magnifica vengono tenuti ai margini della “nostra civiltà”. Ma dove esiste anche una profonda comprensione con la natura, e dove l’ambiente e i luoghi possiedono dei sentimenti al pari dell’uomo. In cui cambiano tutte le priorità». La trentaduenne rivana Eleonora Angeli, figlia di Elisabetta e di Eros Angeli, presidente dei Lions Club Arco - Riva del Garda, da un anno a questa parte vive con il marito Samuel e la figlia Apeline in una piccola comunità di aborigeni nel nord-ovest dell’Australia, tra la sabbia rossa a ottanta chilometri da Yakanarra, e a duemila da Perth e dai confort della capitale.

«Ho studiato prima a Milano, poi a Berlino, dove ho conosciuto Samuel, studente di scienze sportive – racconta Eleonora, laureata in architettura e con alle spalle un’esperienza importante nell’ambito dell’allestimento di scenografie teatrali a Londra – ma la vita frenetica di quelle città ad un certo punto ha iniziato a starmi stretta, e abbiamo deciso di trasferirci a Melbourne, città natale di mio marito, dove tre anni fa sono diventata mamma». Un passo compiuto cinque anni fa. «Melbourne è lontana dal paradiso australiano, e il nostro interesse per la cultura indigena era forte – aggiunge – l’occasione è arrivata grazie ad un amico preside in una comunità di aborigeni. Cercasi lavoratori per una comunità remota nel nord-ovest. Non ci abbiamo pensato due volte: siamo partiti con un piccolo aereo, sorvolando l'immensa vastità di foreste e terra rossa, fiumi di fango e baie raggianti, e abbiamo raggiunto la natura del western Australia». All’arrivo l’impatto è stato forte, ma subito positivo: «Dovevamo gestire l’organizzazione no-profit che amministra Yakanarra, e questo è ciò che con gioia facciamo ormai da un anno, una tra le motivazioni che più ci hanno portati nel bel mezzo del deserto è stata, però, la prospettiva di uno stile di vita semplice e frugale, lontano dai beni superflui, ma a stretto contatto con la natura e con gli altri, oltre che un forte desiderio di conoscenza e arricchimento per il nostro spirito, attraverso incontri, esplorazioni ed esperienze a contatto con una delle più antiche popolazioni indigene ancora esistenti». Gli aborigeni vivono di pesca, e di qualche lavoro occasionale lungo una costa di acque cristalline, rocce incantevoli e lenti tramonti, fortemente legati alle tradizioni e alle divinità, radicati in una cultura che cercano di preservare a denti stretti. Per quanto possibile. «Usiamo ciò che la natura offre e, prendendo spunto da modi antichi di vivere, cerchiamo di creare progetti per questa comunità, esplorando e studiando modi di vita sostenibili». Una tribù di circa duecento abitanti, quasi tutti legati a livello parentale; c’è una scuola, un piccolo negozio, e l’ospedale consiste in una visita settimanale da parte di un medico. Tanti totem e montagne: alcune sono sacre e inavvicinabili, altre musei carichi di ocra, nero, giallo e bianco, con i disegni rupestri di tartarughe dal collo lungo, uomini fulmine, donne incinta o semplici “menù della cena».

«Non nascondo che ci siano momenti difficili – conclude – ma abbiamo incontrato una semplicità a noi prima sconosciuta, abbiamo iniziato a vivere con gli orari naturali, a godere di paesaggi di surreale bellezza, a mangiare attorno ad un fuoco. Sentimenti sottili, che risuonano attraverso i corpi e le tradizioni di questo popolo, che ci insegna con una storia millenaria che si può vivere in un rapporto di armonia e rispetto con la natura. E con noi stessi. Questo è ciò che amiamo».

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