«Con la mostra si realizza  il sogno di Alba Chiara» 

L’evento. Inaugurata, in sala Sartori, l’esposizione dei quadri dipinti dalla giovane tennese  uccisa nel 2017 dal fidanzato. La mamma Loredana: «Grazie al suo progetto aiutiamo le donne»


Katia Dell’eva


riva. Sono tante le donne, di ogni età, che ieri hanno voluto stringersi alla mamma di Alba Chiara Baroni, la ragazza tennese uccisa dal fidanzato nel luglio 2017, per festeggiare insieme l’8 marzo. Bambine, ragazze e signore – ma qua e là anche qualche uomo – che, attirati dall’esposizione dei quadri di Alba Chiara e dai loro colori vivaci, hanno passato il pomeriggio in compagnia di Loredana, ascoltando le sue parole commosse, abbracciandola, o anche solo manifestando, con la loro presenza, per un cambiamento contro la violenza di genere. «Mia figlia ha lasciato un vuoto nella mia vita - ha raccontato infatti la mamma, vestita con quei Pokémon che Alba Chiara tanto amava, dopo aver letto la poesia a lei dedicata - ma ho scelto di non fermarmi a piangere; ho scelto di fare come lei mi ha insegnato e cercare il bello nel brutto. Ecco il perché di questa mostra, per realizzare il suo sogno di essere artista, ma anche per poter raccogliere fondi – così come attraverso la vendita dei libri di Lettera 7 – che saranno destinati a ragazze che, come lei, ne hanno bisogno. Per esempio, fino ad ora, insieme a Famiglia Materna abbiamo potuto comperare un apparecchio per l’asma per il figlio di una di queste madri scappate in gran fretta all’aguzzino, e delle batterie per un particolare apparecchio acustico di un’altra, che le hanno permesso di risentire la voce suo figlio».

Aperta anche oggi e domani dalle 16.30 alle 18.30, nella sala “Giacomo Sartori” in piazza Mimosa a Rione 2 Giugno, la mostra è stata fortemente voluta da Vivirione e dalla Fondazione Famiglia Materna di Rovereto.

Ma la giornata di ieri è stata rivolta anche e soprattutto a una puntuale informazione sulla violenza di genere e sulla sua prevenzione: «La violenza è come un albero - ha illustrato Emanuela Skulina portavoce del Progetto Alba Chiara - la chioma, ben visibile, è il femminicidio, ma non dobbiamo mai dimenticare che sotto, via via a scendere fino alla profondità delle radici, ne esistono molte altre forme. Anche gli stereotipi di genere, sono una forma di violenza. Con questo non è volontà di nessuno di noi portare avanti una guerra maschi-femmine, è solo una oggettiva constatazione che le donne vittime sono molte. E sono molte anche in Trentino. Per la precisione sono 584 le denunce registrate nella nostra provincia nel 2017, circa 1,6 al giorno». Un fenomeno contrastabile, come ha sottolineato l’assessore alle politiche sociali del Comune di Riva, Lucia Gatti, «solo in questo modo, facendo rete e comunità, per valorizzare e non più soffocare la forza intrinseca che le donne hanno dentro di sé fin da bambine». A chiudere il pomeriggio dedicato alle donne, un flash mob di One Billion Rising.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Scuola & Ricerca

In primo piano