in comune a riva 

Addio a Liliana Natale, per anni colonna dell’ufficio tecnico 

RIVA. Anche lei, Liliana, se n'è andata. Da tempo non la si vedeva più, avvolta nei suoi mantelloni, curatissima nell'abbigliamento e nel trucco, scendere a passetti sempre più corti per l'arco sotto...



RIVA. Anche lei, Liliana, se n'è andata. Da tempo non la si vedeva più, avvolta nei suoi mantelloni, curatissima nell'abbigliamento e nel trucco, scendere a passetti sempre più corti per l'arco sotto le campane, scivolare per la via Mazzini diretta alla casa Formenti dov'era stata trasferita d'ufficio quando il Comune proprietario ha deciso di ristrutturare l'edificio di viale San Francesco in cui abitava da sempre. Uscite sempre più problematiche, non solo per gli inevitabili acciacchi dell'età, ma anche perché continuava ad inciampare nei ricordi. Liliana Natale per decenni ha lavorato in Comune, all'ufficio tecnico, a fianco del geometra Farina. Altri tempi, il Pippo all'anagrafe, Bruno a presidiare gli uffici di sindaco e vice, Piccioni e Gelpi all'economato, Bepi Degara vicesegretario quasi onnipotente: le copie si facevano con la carta carbone, registri e protocolli erano compilati a mano. L'ufficio tecnico era al primo piano, sotto il sindacato, ci si entrava anche dallo scalone sul lato ovest di piazza Tre Novembre, tanto ampio che in anni successivi sarebbe stato trasformato in aula consiliare: dentro il tavolo da disegno e le scaffalature con i registri su cui Liliana registrava le decisioni della commissione edilizia, licenze soprattutto. Prima ha vissuto con la madre; poi è rimasta sola, tolta qualche amicizia, poche ma vere. Aveva una passione per le pellicce, senza altri capricci se n'è potuta permettere anche di preziose. Poi anche quello sfizio è finito, il giorno che un ladro poco gentiluomo le ha ripulito gli armadi. Gli ultimi anni sono stati forse i più difficili: graffiata la solitudine, ormai diventata abitudine sopportabile se non proprio dolce, dalle disavventure che trasformano anche un malore da poco in tragedia sfiorata se si abita al quarto piano ed il telefono è troppo lontano, s'è dovuta piegare alla vita protetta in un istituto dove le premure, pur generose e sincere, non possono mai supplire a tutto.

Domani alle 10.30, nell’Arcipretale di Riva, il funerale.(c.g.)













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