È morta Suzanne Arregger,  la mamma del “Golden Gazzi”

arco. La comunità dell’Alto Garda è in lutto per la scomparsa di Suzanne Arregger, biologa di origine inglese ma per quasi mezzo secolo residente in Busa. La sua competenza scientifica e la passione...



arco. La comunità dell’Alto Garda è in lutto per la scomparsa di Suzanne Arregger, biologa di origine inglese ma per quasi mezzo secolo residente in Busa. La sua competenza scientifica e la passione per il suo lavoro l’avevano portata, negli anni Novanta, a coltivare nel proprio orto della casa di Bolognano, dove all’epoca viveva prima di trasferirsi a Riva, a S.Alessandro, una inedita varietà di pomodoro che la stessa biologa aveva battezzato “Golden Gazzi”, prendendo spunto dal colore dell’ortaggio e dalla località in cui il pomodoro era venuto alla luce. La scoperta aveva finito per riservare alla donna diverse copertine su riviste scientifiche e anche alcuni articoli sulla stampa locale, primo fra tutti il nostro quotidiano.

Ad annunciare la scomparsa di Suzanne Arregger sono stati, ieri, i figli residenti a Londra. La notizia non mancherà di creare grande sconforto anche in Busa dove la donna si era fatta conoscere e apprezzare non solo per le sue competenze scientifiche ma anche per la sua simpatia e socievolezza.

Ma il suo nome resterà per sempre legato a quello della sua scoperta scientifica, una nuova varietà di pomodoro a bacca gialla. «Dal 1992 coltivo tipi di pomodoro insoliti, cioè non conosciuti in Italia, ottenuti da sementi riprodotte in California», raccontava Suzanne al nostro giornale in un’intervista pubblicata nel 2003. «Da quei semi, nel punto in cui l'anno precedente c'erano alcune piante di Mexican Ribbed (pomodori a bacca rossa, molto saporita), sono nati i “Golden Gazzi”». Passata la sorpresa iniziale, Suzanne Arregger aveva iniziato a studiarli e a riprodurli. Le progenie dei semi della pianta originale avevano dato un'ampia gamma di pomodori di forma, dimensione, colore e sapore differenti. Un’attività di ricerca che la biologa aveva portato avanti anche grazie alla collaborazione dell'Enaip di Arco, aiutandola nelle sue coltivazioni al Bruttagosto a Pratosaiano, dell’istituto agrario di San Michele all’Adige e anche di alcuni vivai della zona.

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