IMMIGRAZIONE

A Bolzano integrazione o niente sussidi ai migranti

Vincolate le prestazioni non essenziali del welfare altoatesino. Numerose prestazioni solo con corsi di lingua e formazione civica


di Stefan Wallisch


BOLZANO. Assegno familiare, sussidio casa e assistenza per non autosufficienti: sono solo alcune delle numerose prestazioni sociali che eroga la Provincia autonoma di Bolzano. Per poter accedere a questi contributi i migranti in futuro dovranno dimostrare la loro volontà all'integrazione. La giunta provinciale ha infatti deliberato di vincolare le prestazioni non essenziali del welfare altoatesino a tre condizioni: l'apprendimento di almeno una delle due lingue che si parlano in Alto Adige, la frequentazione di corsi di formazione civica e il rispetto dell'obbligo scolastico.

«Si tratta di un provvedimento per il bene della società e ne beneficiano in ultima analisi anche i nuovi cittadini interessati», ha sottolineato il governatore Arno Kompatscher. Dal 2019 le prestazioni sociali supplementari saranno erogate dalla Provincia a cittadini non comunitari secondo il «principio della integrazione a fronte di impegno», in particolare per quanto riguarda l'apprendimento linguistico. Come precisato da Kompatscher e dall'assessore Philipp Achammer in una conferenza stampa congiunta, entrambi i genitori dovranno visitare i corsi e che «non basterà la semplice iscrizione, ma dovranno anche essere frequentati». I corsi di formazione civica, già previsti a livello nazionale, includeranno anche aspetti della cultura locale. Inoltre, la Provincia autonoma vuole contrastare il fenomeno di assenze ingiustificate e prolungate dalla scuola. La giunta provinciale ha deliberato che le prestazioni saranno erogate «nel rispetto dei principi della proporzionalità e della ragionevolezza».

Nei prossimi mesi le ripartizioni competenti dovranno modificare i criteri per l'assegnazione delle prestazioni. La delibera è stata anticpata da una serie di pareri e approfondimenti giuridici, è stato sottolineato. L'ultimo in ordine di tempo è quello del prof. Walter Obwexer dell'università di Innsbruck, secondo il quale «le disposizioni della legge provinciale sull'integrazione del 2011 che prevedono la facoltà di legare l'erogazione di prestazioni sociali supplementari per cittadini di paesi terzi alla conoscenza delle due lingue provinciali italiano e tedesco sono compatibili con il diritto comunitario ed internazionale».













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