Il 25 aprile visto dal Lager di Bolzano

Fine anni Ottanta. Fine aprile. A Bolzano. Pioveva. Anche sui miei appunti. Anche sull’inchiostro che uscendo dalla penna che mi aveva regalato mia moglie per il mio primo incarico al giornale somigliava a piccole pozzanghere che cambiavano la forma delle parole e del mio blocco. Acqua a volontà. Simile alle lacrime che non ricordiamo o che non abbiamo nemmeno saputo immaginare. Le lacrime di gioia del 25 aprile. Le lacrime di dolore per chi è morto ...

Il distanziamento sociale è ben altro

C'è già, il distanziamento sociale. Non si misura in metri. Si misura in denaro. Il Covid-19 ha creato nuove povertà, nuovi disagi sociali, nuove emarginazioni. Un tempo, avremmo parlato di sfida fra capitalismo e socialismo. Oggi la contrapposizione è fra società del denaro e Stato sociale. Più di 40 mila professionisti e titolari di partita Iva (quasi 90 mila in tutta la regione) hanno già chiesto il “bonus” all’Inps. A questi bisogna aggiungere ...


L'Italia di oggi (e del giorno di Pasqua), in una vignetta

In una vignetta del caustico Vauro c’è il riassunto fulminante e dissacrante dell’Italia di oggi. C’è l’Italia cattolica, spaesata, che celebra la Pasqua dell’assenza e della solitudine, come se la resurrezione fosse un fatto intimo e interiore. Si può essere prossimi anche restando lontani, dice l’arcivescovo di Milano Mario Delpini. «Dobbiamo essere casa-centrici e non più chiesa-centrici», dice invece il vescovo Giancarlo Bregantini, vedendo nelle ...

Chi soffre, chi decide, chi fatica e chi... va a spasso

Non è facile. Per nessuno. Non lo è, prima di tutto, per chi non ce la fa: per chi si trova a combattere una battaglia impossibile in un momento in cui la vita sembra fatta di carta velina. Non lo è per chi resta: orfano d’affetti, di gesti, di parole. Rileggetevi «Le parole che non ti ho detto» di Nicholas Sparks. Non aspettiamo troppo per lanciare nel mare di un’improvvisa solitudine una bottiglia piena dei messaggi che abbiamo nel cuore, impigliati ...


Quei dati incompleti e la credibilità che vacilla

Delle due l’una. O ci hanno nascosto i veri numeri per giorni e giorni, illudendoci di vivere in un’isola che sembrava (o doveva sembrare?) felice anche in questi tempi di catrame e di dolore. O, e forse è ancor peggio, non si sono resi conto di avere in mano solo un pezzo di quel tragico elenco: una mezza paginetta incompleta. In un caso e nell’altro, è comunque gravissimo che non ci sia stata detta (o che non si sia compresa) la verità. L’elenco ...

Una comunità che ha bisogno di sicurezza

Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come molti di voi, ho negli occhi il volto del Papa mentre pronuncia queste parole. Mentre chiede a Dio, in quella piazza San Pietro quasi spettrale, piegata dall’assenza e dalla pioggia in una bellezza persino lacerante, «di non lasciarci in balia della tempesta». Mentre, con l’incedere di chi ha sulle spalle il mondo intero - un mondo di credenti e di non credenti - grida in faccia a Dio: «Svegliati Signore! ...

Fra regole, fiducia e libertà

Un unico killer. Spietato. Contro il mondo intero. In quella che è la prima vera guerra globale. Nemmeno i più anziani ricordano una cosa del genere. Gli antichi bollettini di guerra diventano sbiaditi ricordi scritti dall’aberrazione della storia di fronte alle vite che sta falciando l’assassino invisibile. Il coronavirus sta annullando il presente, facendo volare i fogli sui quali stavamo scrivendo la nostra vita. Servono regole. Serve fiducia: ...


Il contagioso virus (della paura)

Ora il problema è il contagio della paura. Fare i conti col virus del terrore non è facile. I primi morti italiani di coronavirus ci dicono che il mondo è davvero un grande villaggio. Se è vero che il contagio è inarrestabile, è vero anche che il virus si può sconfiggere. Primo: non va confusa la malattia con la morte. Le tantissime persone che guariscono non fanno il rumore mediatico ed emotivo che fanno quelle che soccombono. Ma proporzioni e numeri ...


Con Fatima, l'ennesima donna uccisa, nel cimitero del dolore

Il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, ha parlato di «emergenza nazionale». E tutti hanno pensato a questo coronavirus che non ha ancora attaccato i nostri corpi, ma che ha già ferito la nostra immaginazione, rendendo i nostri pensieri vulnerabili più dei nostri corpi. Ma in realtà - anche se in questi giorni ognuno di noi vede ovunque il fantasma di un male globale - lui parlava della violenza contro le donne. Dell’atroce bilancio ...